CREDETEMI, LA VERA CASTA SIAMO NOI

Il Parlamento.

Lo straordinario magna magna della Regione Lazio (straordinario non per le dimensioni, invero piuttosto “normali”, ma per l’eccezionale volgarità) conferma, almeno ai miei occhi, e a dispetto delle apparenze, lo scarso rilievo sociologico, culturale e politico dei famosi discorsi sulla “casta”.

Il Parlamento.

Anzi: giusto per coerenza, mi verrebbe da dire che la casta, in realtà, non esiste. Quando si parla di casta, infatti, il pensiero si organizza automaticamente intorno all’idea del politico di professione, di colui che campa a spese del denaro pubblico. Selezionato dai partiti e con l’unico merito della militanza fedele. O qualcuno di simile.

Bene. I consiglieri regionali in Italia sono 1.111. Se avessimo tempo e modo di fare un censimento, scopriremmo (credo) che i “politici politici” sono tutt’altro che maggioranza. D’altra parte, senza troppi sforzi, pensiamo ai protagonisti più rinomati e alle vicende più recenti: un’igienista dentale in Lombardia, una sindacalista alla Regione Lazio, un attivista di movimento religioso di nuovo in Lombardia. E che dire del famoso Trota, preclaro esempio di incapacità totale a mostrare una qualunque attitudine professionale, proprio uno dei famosi giovani che “non studiano e non lavorano”, in Italia ormai prossimi al 30% del totale? Nel frattempo, sarà un caso, le Regioni sono riuscite ad aumentare le loro spese del 74% in dieci anni, mentre nello stesso periodo l’inflazione aumentava del 24%.

Altro che casta: questo è un perfetto ritratto dell’Italia. Questa è la famosa “società civile” che dal 1994 della famosa “discesa in campo” berlusconiana avrebbe dovuto disperdere le cattive abitudini della politica politicata, ormai lontana dai cittadini e indifferente alle loro sorti. D’altra parte anche Berlusconi, l’imprenditore per eccellenza, era a sua volta parte della società civile. O no?

Vogliamo parlare del Parlamento? Abbiamo 630 deputati e 315 senatori. Ben 133 sono tra loro gli avvocati, liberi professionisti per eccellenza. Poi ci sono 23 commercialisti, 13 architetti, 20 ingegneri, 53 medici, 4 notati e 4 farmacisti. Siamo già così a 250 (più di un quarto del totale dei parlamentari) esponenti della società civile, gente che non ha certo potuto fare la scalata interna ai partiti, visto che ha dovuto studiare e avviare importanti attività professionali.

A questi andrebbero aggiunti tutti coloro che arrivano alla politica da attività meno “illustri”. Che so, commercianti, impiegati (29), insegnanti (21), giornalisti (51), magistrati (7), imprenditori, sindacalisti, dirigenti. O da diversi mestieri mal esercitati come il mitico Umberto Bossi, anche lui frammento tipico della nostra società.

Quindi parlare di casta non ha senso. Bisognerebbe fare un discorso più antipatico e complesso. E cioè che è diffusa nel popolo italiano tutto la convinzione che la cosa di tutti sia cosa di nessuno. E che apena arrivati nel luogo ove la cosa di tutti viene amministrata, sia occasione imperdibile quella di ritagliarsene una fetta. E affanculo tutti gli altri. La casta siamo noi una volta arrivati nel posto dove si può rubare (quasi) impunemente, ecco tutto.

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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