Il piano mediato dal Qatar e dall’Egitto per arrivare a un cessate il fuoco a Gaza e alla liberazione degli ostaggi israeliani tuttora nelle mani di Hamas aveva poche speranze di realizzarsi. E infatti è naufragato in poche ore. Da un lato le richieste di Hamas erano eccessive, comunque inaccettabili per Israele: tre fasi da 45 giorni per arrivare alla liberazione di tutti gli ostaggi in cambio della fine delle ostilità, della liberazione di 1.500 palestinesi detenuti nelle carceri israeliane (500 dei quali condannati all’ergastolo), del ritiro delle truppe di Tsahal dalla Striscia, di aiuti per la popolazione palestinese e per la ricostruzione di Gaza. Più che la mossa d’apertura di una trattativa, quello di Hamas sembrava un modo per farsi dire no. Difficilmente, però, Netanyahu e il Governo di Israele avrebbero detto sì, anche se la proposta dell’organizzazione palestinese fosse stata più ragionevole.