PIANGE IL TELEFONO. E LA STAMPA NO?

Tra qualche giorno sarà varata la manovra economica con cui il Governo deve ramazzare in tutta fretta 25-28 miliardi di euro, pari a oltre 2 punti del Prodotto Interno Lordo. Intanto vanno in porto a velocità ancora più spinta alcuni provvedimenti destinati a rafforzare il berlusconismo quale forma di pensiero unico per l’Italia di oggi e di domani.

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  1. Con un decreto interministeriale pubblicato nella Gazzetta ufficiale del 31 marzo, dal primo aprile sono state sospese le agevolazioni per l’abbonamento postale a libri, quotidiani e periodici. Prima del decreto, la spedizione di una copia in abbonamento costava 28,30 centesimi di euro (13 pagati dall’editore con i soldi versati dai lettori e 15,30 rimborsati alle Poste dallo Stato); dopo il decreto le spese per gli editori sono cresciute di circa il 120% . Ancor peggio è andata, in un primo tempo, alla stampa del terzo settore, il cosiddetto non profit: per essa l’aumento era del 500%, da 6 centesimi al prezzo intero di 28,30 centesimi. In un secondo tempo le agevolazioni sono state ripristinate ma solo per la stampa del non profit. Il che, in un Paese che ha tassi di lettura tra gli ultimi in Europa, superiori solo a quelli di Portogallo e Grecia, è un gesto simile a quelli che hanno reso celebre Tafazzi.
  2. Avanza la diffusione del digitale terrestre, che in effetti modernizza la diffusione radiotelevisiva italiana. Peccato che il piano del digitale comporti anche una ri-assegnazione delle frequenze in base a un Piano nazionale attualmente al vaglio dell’Autorità delle Telecomunicazioni. Come hanno denunciato i presidenti di Aeranti-Corallo e di Frt, le due maggiori associazioni dell’emittenza italiana, se il piano fosse applicato così com’è concepito, moltissime tv locali dovrebbero cambiare frequenza e più di 100 emittenti resterebbero senza frequenza e sarebbero costrette a chiudere. Per chi non lo sapesse, la componente Corallo della prima associazione rappresenta quasi in toto l’emittenza privata italiana di ispirazione cattolica, mentre Aeranti-Corallo vuol dire l’associazione di 985 imprese (607 radio e 313 tv locali); Frt, invece, rappresenta le tre reti Mediaset, quelle del gruppo Telecom (La 7 e Mtv), 135 tv locali, 6 network radiofonici nazionali e 180 radio locali.
  3. E per finire, il decreto di legge sulle intercettazioni, attualmente all’esame della Commissione Giustizia del Senato. E’ un decreto biforcuto, perché da un lato rischia di limitare i poteri d’indagine della magistratura e dall’altro di ridurre la libertà di stampa. Il primo aspetto è complesso e andrebbe discusso a parte. Il secondo è piuttosto evidente: giornalisti ed editori saranno puniti (con arresti e ammende salatissime) se pubblicheranno un qualunque atto d’indagine (testi di intercettazioni, tabulati telefonici ma anche provvedimenti della magistratura) prima dell’udienza preliminare. Così le notizie di eventuali indagini arriverano al pubblico con molto ritardo o non arriveranno affatto. Dipenderà dall’efficacia degli avvocati difensori, dalla loro capacità di tenere l’indagato lontano dai magistrati. Un ottimo sistema per proteggere i “colletti bianchi” e i politici di ogni razza e colore.

Il bello, ammesso che ce ne sia uno, è che i sostenitori di un’Italia così fanno poi anche gli scandalizzati se Michele Santoro, pazziando pazziando, si garantisce una liquidazione miliardaria. Davvero non capite che sono le due facce della stessa medaglia?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Un Commento;

  1. Lino said:

    Il problema caro Fulvio è che gli italiani queste cose NON LE VOGLIONO SAPERE. Da ragazzo quando studiavo il fascismo mi chiedevo come potesse ottenere consenso una dittatura: negli ultimi anni l’ho capito guardando alla maggioranza degli italiani di oggi. Gli interessa solo la sicurezza economica, il piccolo benessere loro e della loro famiglia: basta che i treni arrivino in orario! Del resto quanti italiani leggono? Quanti italiani si informano su Internet? Quanti italiani vogliono coltivare la materia grigia che hanno nella scatola cranica? Come diceva Gobetti all’epoca: Mussolini è la manifestazione del fascismo endemico degli italiani e Berlusconi è la manifestazione del berlusconismo (+soldi+donne+ignoranza) endemico degli italiani di oggi. Come diceva Dossetti negli ultimi anni: c’è da ricostruire tutta una cultura, solo dopo si potrà modificare la politica: un compito che può durare oltre quaranta anni con la quasi certezza di non arrivare a vedere la Terra Promessa…
    Lino

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