LA FAVOLOSA STORIA DELLA PALLA DA RUGBY

Tutti si sono sentiti raccontare almeno una volta com’è nato il rugby. William Webb Ellis, l’insofferenza per il calcio, l’Università di Rugby (Gran Bretagna), la palla presa con le mani ecc. ecc. Ma quanti sanno com’è nata la palla da rugby? A me pare una bella storia e la racconto  per il piacere di riascoltarla, anche se me la racconto da solo. Sarà l’età. Se la sapete già, scusatemi.

rugby_ball12Dunque. C’era una volta William Gilbert (1799-1877), calzolaio e fabbricante di stivali, che aveva bottega a Rugby, a poca distanza dall’Università. Con tutti quei ragazzi intorno era fatale che mastro Gilbert diventasse il fornitore “ufficiale” dei loro palloni da calcio, che all’epoca erano fatti così: quattro strisce di cuoio cucite insieme per trattenere, all’interno, una vescica di maiale gonfiata. La cosa divertente è che la vescica del maiale, per sua naturale conformazione, non veniva mai tonda. Anzi, veniva quasi sempre ovoidale o, come dicono gli esperti, a forma di prugna. In un certo senso, quindi, la palla da rugby è esistita prima del rugby.

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Altro particolare. La vescica, per diventare una buona camera d’aria, doveva essere gonfiata quando era ancora “fresca” e, inevitabilmente, puzzolente. Il fabbricante di palloni, quindi, doveva anche mettersi sotto e gonfiare, soffiando in una specie di bocchino in terracotta. Fu anche per questo che James Gilbert (1831-1906), nipote di William e suo successore nella gestione della bottega e nella produzione di palloni, acquisì nel ramo una chiara fama: aveva polmoni formidabili e riusciva a gonfiare qualunque vescica gli presentassero.

Durante la vita di James Gilbert il rugby era stato non solo inventato (e riecco William Webb Ellis) ma anche codificato. Il 26 gennaio 1871 i PalladaRugby3rappresentanti delle varie scuole inglesi si erano poi riuniti nel ristorante Pall Mall di Londra per aderire a un unico regolamento, fondare la Rugby Football Union e varare il primo campionato. James John Gilbert (1856-1917), figlio di James, continuò a fabbricare palloni da rugby segnalandosi però per una caratteristica: era forse il primo della stirpe a manifestare una grande e personale passione per il gioco, che praticò a lungo nel Rugby Club di Rugby.

Quando lui morì, suo figlio James Gilbert stava servendo la patria sul fronte francese. Continuò a combattere fino alla fine della guerra per poi contnuare l’attività di famiglia. Narrano le cronache che non uscisse dai laboratori nemmeno un pallone che non fosse stato controllato e approvato da lui in persona.  La famiglia Gilbert ha proseguito l’impresa fino al 1978, mentre nel frattempo i suoi palloni si affermavano in ogni Paese in cui si giocasse a rugby. Nel 1932, su richiesta dei giocatori, la Gilbert ridusse di un pollice le dimensioni del pallone, e la mossa portò a una correzione delle regole internazionali del gioco.

PalladaRugby4A fine anni Settanta l’avvento di nuovi materiali, la crisi, la vendita dell’azienda. Tre diversi proprietari negli anni Ottanta e Novanta, la rinascita anche nel campo dell’abbigliamento sportivo, altre difficoltà e il passaggio alla Gray di Cambridge, un’azienda assai prestigiosa e con un pedigree lungo un metro (era stata fondata nel 1855 da Harry Gray). E qui concludo perché la storia della palla da rugby ha uno di quei passaggi sentimentali, ma così sentimentali, che sembrano finti: la sede della Gilbert è tornata all’indirizzo 19, High Street di Rugby. Proprio dove il vecchio William Gilbert aveva cominciato a cucire vesciche di maiale dentro strisce di cuoio.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. Marco said:

    Ciao Fulvio,
    mi puoi spiegare il collegamneto tra la storia della palla da rugby e la prima immagine che riporta una palla da football americano?

    Dato che i 2 sport sono totalmente diversi è come se avessi scritto un articolo sul calcio mettendo la foto del pallone da pallanuoto.

    Grazie
    Marco

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Marco,
    te lo posso spiegare sì: mi sono sbagliato. Quando l’ho trovata, mi sono innamorato della foto e l’ho pubblicata senza pensarci troppo.
    Mi spiace. Grazie a te per la precisazione.

    A presto
    Fulvio

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