STORIA DI UN POST: DA MOSLEY A MARRAZZO VIA BERLUSCONI

Il 21 ottobre del 2008, giusto un anno fa, scrissi qui un post intitolato: “Parliamo di sesso versione Max Mosley: davvero non c’entra col resto della vita?”. Scrivevo: d’accordo, se il capo della Federazione automobilistica internazionale ama dilettarsi in giochetti sado-maso (cuoio, borchie, fruste…) con esperte mestieranti del sesso, possiamo anche starcene tranquilli. In fondo, Mosley si occupa solo di motori. Ma se certe passioncelle un po’ rudi le avesse il ministro della Difesa della Russia, saremmo altrettanto in pace e disposti a girarci dall’altra parte? Non avremmo un brivido d’inquietudine?

      

Il tabloid iglese che pubblicò le "confessioni" della prostitua sulle orge di Max Mosley.

Il tabloid iglese che pubblicò le "confessioni" della prostitua sulle orge di Max Mosley.

      Volevo solo dire che anche le questioni più private diventano meno private a seconda del ruolo della persona. Quanto più il ruolo è pubblico, tanto meno privato diventa anche il privato della persona. Se il fruttivendolo picchiasse la moglie farebbe una cosa bruttissima ma che avrebbe poca o nulla relazione con la sua funzione di commerciante di frutta, quindi con i clienti. Se il ministro delle Pari Opportunità picchiasse il marito farebbe una cosa altrettanto brutta ma che in più avrebbe una diretta relazione con i suoi “clienti”, che sono tutti i cittadini italiani.
      Non immaginavo, e tanto meno prevedevo, che il tema avrebbe quasi monopolizzato le cronache italiane del 2009. Non lo prevedeva nessuno, per la verità: quel post raccolse pochissime reazioni, a parte una ricorrente ondata di spam attratta forse dal nome anglosassone del protagonista. Ero allora, e resto oggi, di un’idea molto semplice. Se vuoi un ruolo pubblico importante, devi essere pronto a sacrificare parte del tuo privato.

      Perché? Per una ragione molto semplice: il ruolo pubblico ha una dignità in sé, perché esprime lo spirito della collettività. Chi (sempre provvisoriamente) lo occupa, ne risponde a chi glielo ha affidato, cioè noi. E ne risponde non solo per l’efficacia ma anche per lo “stile” con cui lo gestisce. Uso le virgolette perché la parola non mi soddisfa e intanto non riesco a trovarne una migliore. Facciamo un esempio. Avete un ottimo commercialista, serio e preciso. Mai un errore né un disguido. Poi, un giorno, scoprite che beve. Nel suo tempo libero, privatamente, ma beve come una spugna. Se ne sono accorti i vicini, qualcuno spettegola, le voci corrono. Non vorrete raccontarmi che la vostra considerazione del commercialista non cambia? Che non siete un po’ meno tranquilli di prima? Che non pensate mai: bella serietà, io gli metto in mano i miei affari e quello chissà che fa, o che cosa dice, quando si sbronza. E se domani si sbronzasse così tanto da fare qualche pasticcio con i miei risparmi? E così via…

      Ecco, per la stessa ragione (piccolo-borghese, forse, ma umanissima) io credo che se saltasse fuori che un politico come Piero Marrazzo, governatore di una regione importante come il Lazio, aveva rapporti frequenti e costanti con dei trans, che pagava per quei rapporti e che per tutto questo era finito nella posizione di essere ricattato, quel politico dovrà mollare la carica all’istante e sparire. Per fortuna un caso simile non può essere successo, è inimmaginabile. Così come non può essere successo che un primo ministro come Silvio Berlusconi abbia pagato carrettate di escort, lo abbia fatto sotto gli occhi di decine di persone, abbia finito per mettere le più carine o le più simpatiche in questa o quella lista elettorale. Anche questo è fuori dalla realtà, non può essere successo e non succederà mai. Non in un Paese che ha ancora un minimo di rispetto di sé.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

7 Commenti

  1. Italo said:

    Fulvio, sono daccordo con te quando dici: se vuoi un ruolo pubblico importante, devi essere pronto a sacrificare parte del tuo privato. Per un governante é pure importante il privato, perché serve a completare il giudizio, la considerazione del politico: é un complemento.
    Una persona che ricopre una carica istituzionale, a maggiore ragione se ha più importanza, deve essere un modello di rispetto dei valori cristiani. La famiglia é il punto cardine della società civile. Famiglia intesa nel senso tradizionale e secondo natura: padre, madre e figli. Troppe volte assistiamo a vite parallele di personaggi politici. Doppia personalità, un “santo” in casa, un “trasgressore” della morale in certi spezzoni della propria vita.
    Nella vicenda Marrazzo dispiace soprattutto la situazione in cui si é venuta a trovare la moglie, la figlia e seguito parentale. Loro malgrado, devono sopportare il peso di una vicenda di cui non sono diretti protagonisti.
    Tanti aspetti devono essere approfonditi e verificati.
    Il personaggio politico in questione, se venisse accertato che ha pagato un riscatto, che ha fatto uso di auto blù, che ha fatto favori avvalendosi del suo ruolo istituzionale non dovrebbe avere più futuro in ambito politico.
    E’ una vicenda triste, sotto tanti aspetti, e che delude tanti cittadini che hanno riposto la loro fiducia nell’uomo-politico.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Italo,

    che dire: concordo su tutto.

    Ciao, a presto
    Fulvio

  3. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, sarei anch’io idealista, poi bisogna fare i conti con la realtà. Come sai, Gandhi fu un grande politico e rinunciò nel privato perfino ad avere rapporti intimi con sua moglie in ragione di una visione mistica dei rapporti coniugali. C’è un rapporto tra le cose? forse, il che non toglie che in campo economico le sue idee fossero piuttosto declinate su un arcaismo antindustriale fuori del tempo, che per fortuna dell’India non si sono realizzate. E chissà che in questa ristrettezza di vedute non si riflettesse come dire un pauperismo psicologico nobile sul piano personale ma infine sterile quanto alla uscita dalle immense povertà indiane. E poi: come già si disse, Kennedy fu malato di sesso in proporzioni davvero inimmaginabili per il pur vispo Berlusconi, rispetto al quale però resta un grande politico della più grande nazione del mondo.
    Nell’Italia (o nel mondo) di oggi, puoi dubitare che un Kennedy avrebbe potuto restare in sella più di una settimana? Perciò dubito molto delle schematizzazioni rispetto alla fantasia della realtà, fermo restando che il principe fa quel che vuole, ma il silenzio è la regola d’oro (detto non da me ma da un prelato del Vaticano). E’ triste ma è così. Dopo di che, aspetto sempre con ansia un nuovo De Gasperi, s’intende. Contentandomi di tollerare qualche debolezza umana che sminuisce certo ma non può essere pretesto per distruggere i politici colti sul fatto, che di ben altro devono rispondere: e riservando il mio cordiale disprezzo ai moralizzatori, che quasi sempre finiscono per essere moralizzati, in attesa di assistere a una doverosa campagna in difesa del corpo dei trans…

  4. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    siamo messi maluccio se, per essere considerati “idealisti”, basta dire che certe performace sono poco compatibili con la dignità di un alto incarico pubblico. Credevo che gli ideali fossero, che so, la pace nel mondo, non accontentarsi che il governatore del Lazio non vada troppo clamorosamente coi trans. Anch’io sono molto tollerante con le debolezze (le mie per prime) che fanno dell’uomo, appunto, un uomo e non un dio o una macchina. Però le debolezze restano debolezze e le istituzioni restano istituzioni. Ti beccano con le mani nella marmellata? Paghi. Mica ti mette a morte nessuno, basta e avanza che ti accomodi alla porta. E poi, dai, tu vedi dei Kennedy in giro?
    Ciao, a presto

    Fulvio

  5. Enrico Usvelli said:

    E che ne dici del proprietario di un giornale, che guardacaso riveste anche un’importante ruolo nello Stato, che venendo a sapere della cosa si comporta come un qualsiasi uomo della strada e non da rappresentante dello Stato? E lo dice anche?

  6. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    dico quello che diciamo da decenni e di cui agli italiani purtroppo non importa nulla: il conflitto d’interessi c’è, eccome.
    Ciao, a presto

    Fulvio

  7. Enrico Usvelli said:

    Non ho visto la trsmissioe di Santoro sull’argomento. Sono però rimasto colpito da come ne ha riferito il TG2: solo Fede avrebbe potuto prenderne maggiormente le distanze. Visto che in casa RAI normalmente non si critica neanche il peggio dei propri reality si capisce come le lottizzazioni che dovevano essere un ricordo della prima repubblica in realtà continuino più che mai.
    Per certi versi non è un male, così non ho dubbi quando scelgo di prendere in mano un libro piuttosto che il telecomando.

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