Anche in questo piccolo spazio, si parla spesso di immigrazione. Forse non sono l’unico, quindi, a osservare con un certo stupore gli esiti di un processo che ha trasformato gli ex Alleanza Nazionale nel fronte avanzato del dibattito sull’inserimento e l’integrazione degli stranieri nella società italiana. L’ultimo caso è la proposta di Adolfo Urso, sottosegretario allo Sviluppo Economico, di creare un’ora di religione islamica nelle scuole pubbliche italiane. Ma prima, come tutti sanno, c’erano state le sortite di Gianfranco Fini, attuale presidente della Camera, sul diritto di voto agli stranieri e sulla cittadinanza.
Il mio è un felice stupore, sia chiaro. Anche perché a sinistra c’è (quasi) il vuoto pneumatico e chiunque smuova le acque su un tema così importante non può che essere benvenuto. A fine 2007, secondo il dossier Caritas-Migrantes, c’erano in Italia 1 milione e 250 mila musulmani, pari a quasi un terzo di tutti gli stranieri che vivono da noi. E poiché nel 2008, secondo l’Istat, il 12,6% dei nuovi nati era figlio di stranieri, con un’evidente ricaduta sulla composizione delle classi scolastiche, è chiaro che occorre riflettere sul problema della presenza dei musulmani.
Non posso dire di essere sempre d’accordo con le proposte di Fini e colleghi. L’ora di Corano a scuola, per esempio, mi pare difficile da realizzare, a partire dagli insegnanti. Come e dove reclutarli? Una semplice ora di cultura islamica, che potrebbe essere gestita anche da insegnanti italiani, non sarebbe gradita ai musulmani che hanno un vero spirito religioso. E se vera ora di religione dev’essere, non si può pensare di metterla in mano a “maestri” venuti da fuori, il cui atteggiamento è impossibile da controllare in anticipo. Stessa cosa per la cittadinanza precoce proposta da Fini: cinque anni mi sembrano davvero pochi, se applicati a tutti gli immigrati, senza distinzioni. Ho dubbi anche sulla proposta bipartisan che sta per arrivare alla Camera, sponsorizzata ancora una volta da Fini: cittadinanza a 11 anni per i ragazzi figli di stranieri ma arrivati in Italia in età compresa tra 0 e 2 anni. Più interessante, sempre per restare a Fini, era l’idea di far arrivare con una certa rapidità gli immigrati al diritto di voto per le amministrative: perché no, se sono in regola, rispettano le leggi e pagano le tasse?
Detto questo, meno male che qualcuno prova a riflettere e a proporre. Almeno si discute, e discutendo è più facile arrivare all’idea giusta su un problema che, prima o poi, dovremo comunque affrontare. Per converso, non riesco a convincermi che una parte degli italiani continui a dar retta alla Lega Nord. A parte l’evidente dilettantismo (vedi regolarizzazione delle badanti, o quella stupenda fesseria delle ronde civiche a cui nessuno vuole partecipare), i leghisti non sanno dire altro che “no”. Il mondo gira, tutto cambia e loro pensano di risolvere tutto rispedendo a Gheddafi quattro disgraziati sui gommoni. E la loro idea di identità culturale e popolare è ferma a “Va’ pensiero”, i celti, i galli e il Dio Po. Così attrezzati, vorrebbero portare l’Italia al confronto con la globalizzazione, il terrorismo internazionale, lo sviluppo scientifico e tecnologico. Poveri noi.
Mentre cercavo news in rete mi sono inbattuto in questo articolo
http://www.loccidentale.it/articolo/fini+parla+all%27islam+perch%C3%A9+la+lega+intenda.0079964
che identifica nelle mosse degli ex dirigenti di AN, non la volontà di risolvere i problemi dell’immigrazione, ma la volgia di contrastare Bossi e la Lega con argomenti “scomodi” (vedi insegnamento islam nelle scuole).
Che ne pensate?
Caro Trotta,
ho letto il pezzo a cui ti riferisci. Che Fini compia alcune delle sue mosse anche (o esclusivamente) per mettere un po’ di bastoni tra le ruote alla Lega Nord, ci sta pure. E se fosse solo per me aggiungerei: e meno male che qualcuno lo fa. Ma il pezzo di cui sopra non mi convince perché tutto ancorato allo spauracchio, francamente ridicolo e statisticamente non plausibile (ne ho scritto, anche poco tempo fa) dell’invasione islamica dell’Europa. Se proprio dobbiamo tagliare questi problemi con l’accetta, allora meglio Vittorio Messori che, sul Corriere di oggi, dice (e questo sì che è plausibile) che i musulmani immigrati finiranno per mangiare prosciutto e bere vino, vista la forza d’attrazione della nostra civiltà.
Personalmente non credo né all’invasione né all’assorbimento totale. Credo, quindi, che il problema del corretto inserimento dei musulmani vada prima o poi affrontato. Meglio se prima. Meglio ancora se con proposte più realizzabili di questa del sottosegretario D’Urso.
Ciao, a presto
Fulvio
Sulla questione immigrazione bisogna andarci con i piedi di piombo. Oriana Fallaci nel suo libro “La rabbia e l’orgoglio” ha avuto modo di sottolineare più volte il fanatismo religioso dell’Islam. E ciò che raccontava trova riscontri sempre maggiori negli episodi quotidiani che vedono intrecciarsi diverse culture, religioni e tradizioni tribali e che finiscono in scontri violenti. Il cardinale Tonini ha sottolienato che l’Islam non ha nulla a che vedere con i valori della nostra civiltà: basta vedere il ruolo della donna nel mondo islamico.
Invasione e assorbimento totale sono pericoli reali e il sottovalutarli sarebbe molto molto deleterio per la nostra cultura cristiana.
Caro Italo,
d’accordo sui piedi di piombo nei confronti dell’immigrazione. Non concordo sulla Fallaci: quel libro è un pamphlet di modestissimo livello. Quanto ai pericoli: bene, non sottovalutiamo, ma nemmeno sopravvalutiamo. Ci hanno già presi molte volte per il naso con l’allarmismo e l’emergenza, vedi le famose armi di distruzione di massa di Saddam.
Ciao, a presto
Fulvio