AIUTARE LA FAMIGLIA PER AIUTARE L’ITALIA. IL LIBRO DI DON SCIORTINO

Parlar bene del libro del proprio capo… beh, il rischio è di non fargli un favore. Non al capo, che non ne ha bisogno, ma al libro che lo merita. E “La famiglia cristiana”, il libro che don Antonio Sciortino, da un decennio direttore di “Famiglia Cristiana”, ha appena mandato in libreria, merita più di un’attenta lettura. Il tema, ovvio, è la famiglia: quanto essa può dare all’Italia, quanto poco riceve dalla politica. E’ un libro come piace a me, che detesto i libri di parole e opinioni. Qui parlano i fatti, le cifre, i dati, e la riflessione dell’Autore traccia una pista di lettura, delineando con chiarezza e il quadro della situazione. Che è assai poco allegra, qualunque sia l’orientamento politico di chi legge. Con l’autorizzazione dell’Autore (a destra, nella foto sotto), pubblico alcuni brani tratti dal capitolo “Si fa presto a dire famiglia”.

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      “Si fa presto a dire famiglia e a riempirsi la bocca. Ma sulle politiche familiari arranchiamo da sempre, con poca lucidità e preveggenza. La politica non ha mai messo al centro i bambini, come risorsa della società futura. Si va avanti con bonus di varia natura, poco più di una mancetta dello Stato, del tutto inadeguati ai bisogni delle famiglie. Alla nascita di un figlio, la cicogna ammaestrata porta un assegno così misero e indecente che non basta neppure a pagare i pannolini per un anno. E stiamo parlando del futuro del Paese. Perché nessuno pensa che, forse, sarebbero necessari interventi più consistenti e duraturi nel tempo? Interventi strutturali, come dicono gli esperti. Ma anche segni di un rinnovato interessamento, come il taglio dell’Iva su tutti i prodotti per l’infanzia.In altri Paesi il calo delle nascite è stato invertito con decise azioni pubbliche. Esemplare è la Francia che, in pochi anni, è tornata a superare i 2 figli per donna, grazie a una tenace e consistente politica di sostegno. Che è sopravvissuta ai ripetuti cambi di maggioranza di governo.

      Una politica perché il Paese faccia più figli non si improvvisa su due piedi, tanto meno si fa con interventi deboli e discontinui. Richiede strategie permanenti e condivise: la famiglia non è di parte, non ha colori politici. E’ come il Paese: appartiene a tutti…Insomma, siamo allegramente un Paese per vecchi. Per una ragione o per l’altra, non corriamo ai ripari. Rischiamo la bancarotta, anche perché i governi degli ultimi anni, tutti, hanno scelto di non impegnarsi, di andare allo sbaraglio della famiglia. Non per questione di soldi, che sono pochi e rappresentano una scusa, ma per mancanza di volontà.Cresciamo un po’ grazie ai cittadini stranieri. Proprio quelli che vorremmo espellere, regolando i flussi di migrazione al ribasso, o rendendo loro la vita difficile con leggi discriminatorie e vessatorie: dai permessi di soggiorno ai ricongiungimenti familiari, alle classi miste per i bambini. Gli stranieri non c interessano, non abbiamo alcun riguardo nei loro confronti. Anzi, non li vorremmo proprio sul nostro territorio.

      Ma ignorando il problema non dimostriamo riguardo nemmeno per noi stessi. Tutte le indagini sociologiche (ma basterebbe anche il buon senso o semplicemente parlare con i giovani che vogliono mettere su famiglia) ci dicono che le coppie italiane desiderano più di un figlio. Ma non possono permettersi questo lusso, perché non avrebbero gli aiuti necessari che una seria politica familiare dovrebbe garantire. Oggi, in Italia, mettere al mondo un figlio è una scommessa. La politica non ha capito, né vuole capire, che il futuro e lo sviluppo del Paese passano per la famiglia. A parole, i politici sembrano convinti. Nei fatti, però, le loro scelte sono asfittiche, si limitano a un obolo oggi e a una piccola sovvenzione domani, senza un progetto di lungo respiro, senza una prospettiva di continuità. La stessa mentalità a puzzle che dimostrano quando non considerano la famiglia nel suo insieme, ma solo come la sommatoria di più individui. Come i pezzi del puzzle, appunto. Singole tessere a incastro, senza una visione unitaria.

      Prospettiva, questa, che inquina anche le politiche economiche, che non riconoscono nessun indice di equità fiscale. Il fisco non fa alcuna differenza tra una famiglia con più figli, una senza figli e il single che vive da solo. Fiscalmente sono tutti trattati allo stesso modo, non importa se qualcuno ha più bocche da sfamare, più vestiti e quaderni da comprare, cioè figli da nutrire, crescere e mandare a scuola. A parità di reddito, tutti pagano le tasse allo stesso modo. Per le famiglie con figli non è prevista alcuna detrazione o sconto. E anche quando un indice di tal genere esiste, se ne fa un uso distorto. Pensiamo all’Isee (Indicatore della situazione economica equivalente), che viene utilizzato per definire chi ha diritto alla social card o all’una tantum. Per avere un bonus di 200 euro il pensionato che vive da solo non deve avere un reddito annuo superiore a 15.000 euro, mentre il tetto per una famiglia di 3 componenti, per ottenere un bonus di 450 euro, è di appena 2000 euro in più. Non si considera il rapporto da uno a tre. Un’evidente ingiustizia”. 

“La famiglia cristiana” di don Antonio Sciortino – Mondadori, pagine 128, euro 17,50

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

6 Commenti

  1. paolo brambilla said:

    Caro Fulvio,
    sai cosa noto dal mio osservatorio? che le famiglie numerose (con oltre tre figli) sono posizionate generalmente, salvo poche eccezioni,in queste fasce di popolazione: cristiani cattolici praticanti, magari legati a qualche movimento ecclesiale, benestanti oppure sostenuti da una forte rete di riferimento, oppure famiglie ultra popolari, con fratrie di padri diversi, nei luoghi dove il figlio è garanzia di maggiore accesso a provvedimenti (non strutturali) di tipo economico (bonus bebè, contributi di vario genere). Plaudo alle parole di don Sciortino, che invitano la politica (di qualsiasi colore) a sostenere le famiglie vere. L’ultima iniziativa strutturale è quella dell’assegno per i tre figli minori (governo Prodi) che casualmente non è concesso agli extracomunitari, che dimenticavo sono un terzo gruppo di persone che tendono ad avere famiglie numerose.
    buon lavoro.
    Paolo

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Paolo,
    il tema famiglia è in effetti una cartina di tornasole per verificare le vere tendenze della politica. E sono d’accordo con il mio Capo, pur non essendo uno specialista del tema: da questo punto di vista siamo al disastro. D’altra parte sto studiando alcuni materiali di cui vorrei parlare prossimamente. Credo che il disinteresse per la famiglia sia legato a una crisi del sentimento religioso o, meglio: a uno sbandieramento pubblico del sentimento religioso che poco corrisponde alle pratiche reali. I politici sono… noi, ci conoscono, sanno quali sono le battaglie su cui si gioca il ooro consenso. Hanno capito che la famiglia non è una di queste.
    Ciao, a presto

    Fulvio

  3. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, non sono del tutto convinto delle tue ultime parole pessimistiche. Ossia, credo che in politica avrebbe spazio e successo un “partito della famiglia”, dedicato in primo luogo alle problematiche famigliari. Una vera e propria lobby. Ci penso da anni. Perché nessuno lo fa?

  4. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    ci sono lobby anche benemerite e importanti nel settore famiglia. Penso, per esempio, al Forum delle Associaioni familiari. Resto abbastanza convinto, però, che il tema famiglia non sia sentito come dovrebbe. Il tema del fisco per la famiglia, del quoziente familiare, è importantissimo. Ma chi riuscirebbe a mobilitare l’elettorato intorno ad esso? D’altra parte, la nostra società diventa sempre più una società di anziani (ai quali è difficile chiedere di mobilitarsi per qualcosa che non li riguarda più direttamente), di single e di famiglie “di fatto”, o di famiglie con uno o nessun figlio, quindi forse c’è poco da stupirsi. Speriamo che le cose cambino.
    Ciao, a presto

    Fulvio

  5. Enrico Usvelli said:

    Siccome la polemica è già iniziata, posso chiedere perché don Sciortino ha pubblicato il libro con Mondadori quando ultimamente ha attaccato (secondo me giustamente) Berlusconi più volte?

  6. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    per quanto ne so io, e’ stata la Mondadori stessa a chiedere il libro a don Sciortino. Mi pare che la cosa sia un piccolo segno di civilta’: la casa editrice fa scelte autonome dalla sua proprieta’ (e giustificate, in un’ottica editoriale che comunque conviene anche alla proprieta’, perchE’ se il libro vende Berlusconi guadagna) e l’autore non rinuncia alle proprie idee. Tra l’altro, chi legge il libro di don Sciortino si accorge facilmnente che eventuali attacchi sono ben ripartiti tra l’attuale e i passati governi.
    Ciao, a presto

    Fulvio

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