PROFESSOR SARTORI, VUOL FIDANZARSI ANCHE CON ME?

Avete mai la sensazione che l’alternativa sia: o sono pazzo io o sono pazzi tutti gli altri? A me capita ogni tanto con questo nostro curioso Paese. Ultimo esempio: il Parlamento sarà presto chiamato a discutere (in realtà ad approvare, visto l’attuale squilibrio tra maggioranza e opposizione) un disegno di legge “sulle intercettazioni” che fino a pochi giorni fa, nella stesura provvisoria, prevedeva il carcere per i giornalisti che avessero pubblicato atti delle indagini preliminari. Atti che nell’ultima versione, che potrebbe essere quella definitiva oppure no, potranno essere pubblicati ma solo in sintesi e a condizione che siano stati messi a disposizione delle parti in causa.

      C’è la Carta di Treviso che protegge l’identità e l’immagine dei minori. C’è il Garante della Privacy (www.garanteprivacy.it). Tutto bene, per carità, tutto molto civile e ordinato. Ma allora com’è che gli italiani, così preoccupati di difendere la discrezione delle proprie vite, non fanno altro che rovesciare i propri affari privati e personali nel megafono dl giornali e tv? Datevi un’occhiata intorno: ogni settimana centinaia di pagine di giornale e centinaia di ore di trasmissioni tv dedicate solo ed esclusivamente al racconto di chi sta con chi, come ci va a letto e perché, quante volte lo fanno e come, perché l’uno e l’altra non vanno a letto con qualcun altro, con chi andavano prima, con chi andranno poi, e così via, instancabilmente, noiosissimamente. E chi non racconta, va a comprare i giornali o si siede aguardare le trasmissioni.

      Ci sono le seconde e terze linee del mondo dello spettacolo, e una massa di gente senz’arte né parte che aspira al classico quarto d’ora di notorietà, è vero. Ci sono quelli che devono mantenere certi livelli di notorietà, che so, Totti e la Blasy che vanno in tv a raccontare quella volta che hanno fatto la “tripletta”, e non era il derby. Ma mica solo loro. L’ultimo caso è quello del professor Giovanni Sartori (foto sotto, a sinistra), insigne studioso di Scienze Politiche, già docente in tutte le più prestigiose università d’Europa e d’America, firma illustre del Corriere della Sera. Alla bella età di 85 anni il professore ha avuto la fortuna di fidanzarsi con una giovane (35 anni) pittrice e fotografa, Isabella Gherardi.

      sartorirecord201727c.gif           samuel-johnson-reynolds1.jpg           james-boswell-200×2811.jpg

       Qual è il comportamento che vi aspettereste da una coppia così “curiosa” e di così alto livello sociale e culturale? Beh, che se la godessero in pace, nel comfort delle loro dimore italiane e americane. E invece no. Interviste su interviste, comunicati, dichiarazioni, perché se non ci si mette in piazza non si esiste. Che cosa c’entra con la legge sulle intercettazioni, con la privacy. C’entra così, giusto per fare un caso: se la mia casa editrice manda un invito di abbonamento al domicilio privato del professor Sartori compie una violazione della privacy, passibile a termini di legge. Vi pare logico che mandare una lettera a uno che poi squaderna in pubblico i suoi affari di cuore debba essere proibito?

      Per non parlare, poi, degli effetti collaterali, devastanti non solo per il buon gusto ma anche per la stima che i suddetti meritano (meritavano?). In una delle numerose interviste, il professor Sartori, rievocando il fatidico incontro con la nuova fidanzata, dichiara: “Che lei sapesse chi era Samuel Johnson (foto sopra, al centro) poteva anche capitare; in fondo Johnson è stato una delle personalità di maggiore spicco del Settecento inglese. Ma che avesse letto la sua biografia scritta da James Boswell (foto sopra, a destra), mi ha lasciato di stucco. Un giorno, poi, a tavola, le ho detto che io ero apoto e lei sapeva benissimo che significa “colui che non beve”, un conio di Papini e Prezzolini”.

      Siamo alla vigilia della festa della donna, forse l’atmosfera mi influenza, ma rare volte ho sentito un uomo così colto esprimersi con tanto implicito disprezzo per le donne. Hai capito che roba? Una donna che sa chi era Samuel Johnson? Ti credo che uno si fidanza. Anzi, professore, sa cosa le dico? Anch’io so che era Johnson, anch’io ho letto la Vita di Samuel Johnson scritta da Boswell (e in Italia pubblicata da Adelphi). Vuol fidanzarsi anche con me?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

7 Commenti

  1. mardi said:

    Pero’ sono giorni fortunati:ho appreso che è ultrachic leggersi la biografia di Johnson di Bos- “well” e ho conosciuto una bellissima opera di Rock-“well” “Triple (a proposito!!!!) portrait”, proprio famosissima che a me non diceva nulla fino a ieri e che mi servirà per il mio primo libello. C’è sempre qualcosa di nuovo da imparare. Io non mi dispererei cosi’ tanto, soltanto potevi aggiungere una foto di madame perché è bellissima. Certo qualche pensiero etereo è venuto anche a me ma non mi affliggo xché non mi disturba non candidarmi a Sartori (ma ho letto Tocqueville in ogni caso).Diciamo che sarà meraviglioso quando incontrero’ una ottuogenaria arzilla fidanzata con un magnifico trentenne.
    Dovrei leggermi anche la proposta di legge sulla privacy per prendere posizione, ma di stranezze ne abbiamo cosi’ tante.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Cara Mardi,
    è vero, nulla di cui disperarsi. Ma per descrivere il nostro Paese vien sempre più spesso da riferirsi alla commedia cinematografica intitolata “Situazione disperata ma non seria”, girata nel 1965 da Gottfried Reinhardt (figlio del grande Max Reinhardt), con Alec Guiness e Roberto Redford (al suo secondo film), tratto dal romanzo “The hiding place” (1960) di Roberto Shaw. A proposito: Shaw era anche attore, e al cinema tutti lo ricordano come il pescatore ossessionato dagli squali appunto in “Lo squalo” di Steven Spielberg.
    Che dici, con questo sfoggiio di cultura il professor Sartori me la presenterebbe una cugina?
    Ciao, a presto

    Fulvio

    P.S.: non dispero mai. Se lo facessi, mica avrei tanta fiducia nella scrittura e nella comunicazione, ti pare?

  3. mardi said:

    ….una cugina della Isabella, credo di si’ con tutta la cultura cinematografica che sfoggi faresti centro.

  4. mardi said:

    Tempo fa avevo una fiducia illimitata nella scrittura, adesso penso invece che essa oscilli tra capacità di testimoniare e di falsificare.

  5. mardi said:

    Credo pero’ ancora nella comunicazione che si fa scrittura
    Ps: ripulisci i post, please, mi censura sempre; credo di non piacer al moderator

  6. Fulvio Scaglione said:

    Cara Mardi,

    una risposta cumulativa, partendo dal fondo.
    A: il moderator (all’inglese, o è come il mio Roberto Redford?) sono io, come potresti non piacergli. Non so che succeda con questi post, dal mio lato non ho mai problemi con i commenti ma qualche volta con i pezzi. Boh e ri-boh!?! Ho fatto pulizia da poco, ho cancellato tipo 1.200 mail, credo siano bizze ordinarie.
    B: immagino tu conosca bene il mondo degli insegnanti. Io conosco bene quello dei giornalisti: se la scrittura è sopravvissuta a voi e a noi, come non darle fiducia?
    C: falsificate falsificate, qualcosa resterà.

    Ciao, a presto

    Fulvio

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top