PERCHE’ SEMINANDO XENOFOBIA LA LEGA SUICIDA LO SVILUPPO DELPAESE

      Io sono d’accordo con il ministro Maroni: non c’è un’emergenza razzismo in Italia.
Gli italiani sono storicamente e antropologicamente incapaci di essere davvero razzisti. Siamo, tra l’altro, il frutto di incalcolabili mescolanze, felicemente imbastarditi da scorrerie, invasioni, dominazioni, durate a volte settimane e a volte secoli, che hanno comunque lasciato un segno nei nostri cromosomi. Richiamarsi a un’unica origine, per esempio ai celti, è come sostenere di discendere direttamente da Romolo e Remo: una sciocchezza.
      Detto questo, bisogna essere sordi e ciechi e Maroni per non accorgersi che negli ultimi mesi si sono moltiplicati gli episodi di violenza in cui la parte della vittima tocca a stranieri: un paio di neri a Parma, un cinese a Roma, un italiano nero ammazzato a sprangate a Milano, fino al bambino marocchino aggredito ieri a Asti da un adulto (e pregiudicato) senza che alcuno provasse a interrompere il pestaggio. E non metto nel conto decine di eventi meno clamorosi, e neppure la strage di Castelvolturno, dove il colore della pelle degli assassinati era, secondo me, di poca o nulla rilevanza rispetto alle intenzioni dei criminali.
      Non facciamo tante cerimonie: sotto questo punto di vista, il peggioramento della situazione è strettamente legato all’arrivo al governo della nuova maggioranza di centrodestra. Che avrà tanti pregi, non discuto, ma da questo punto di vista (non secondario, in un Paese come l’Italia dove gli immigrati sono ormai il 6% della popolazione totale e il loro lavoro vale il 6,1% del Prodotto interno lordo) è una specie di disastro.   

      Secondo me in due forme:
1. L’emergenza idioti: come non penso che gli italiani siano razzisti, così non penso che lo sia il Governo o la maggioranza che lo esprime. Credo però che in giro ci siano tanti fessi che, ora, credono di essere vagamente legittimati nei loro comportamenti violenti. Faccio un esempio: il manipolo di pseudo-patrioti filo-fascisti che si sono coperti di gloria a Sofia durante la partita della Nazionale di calcio contro la Bulgaria, non esprimono altro che la loro tontaggine e bene ha fatto il Governo a condannarli. Ma se prima il ministro La Russa e il sindaco Alemanno si mettono a discettare sui presunti pregi del fascismo storico, poi non possono lamentarsi se un gruppetto di sprovveduti fanatici si sente autorizzato a passare (a modo proprio) dalla teoria alla pratica.
2. La politica della Lega: mi spiace, conosco e stimo tanti leghisti, ma considero la politica condotta dalla Lega una serie di mine irresponsabilmente sparse sul sentiero dello sviluppo del Paese. Inutile nascondersi la verità: l’Italia non può più fare a meno del lavoro degli stranieri immigrati. C’è il problema di regolare gli ingressi? Bene, agiamo sulle leggi relative, per esempio sulla Bossi-Fini che non funziona. C’è il problema della delinquenza causata dai clandestini? Bene, incrementiamo la lotta al crimine organizzato, che è poi quello che usa i clandestini come manovalanza.
      Invece abbiamo: da un lato il nulla sulle regole (per la Bossi-Fini l’unico provvedimento è stato prolungare fino a 18 mesi i termini di “ospitalità” nel Centri di Permanenza Temporanea dei clandestini intercettati) e il nulla contro il crimine organizzato (a parte mandare i soldati qua e là per il Paese); dall’altro un profluvio di provvedimenti che, se non nelle intenzioni, nei fatti contribuiscono a diffondere una sempre più accentuata xenofobia. L’ultima è l’emendamento presentato al Senato per negare assistenza medica ai clandestini e obbligare medici e operatori sanitari a denunciare l’immigrato irregolare. Pensate un po’ che idea: chi è che può imbattersi in una persona malata e mollarla lì senza cure? E se l’immigrato avesse una malattia infettiva, capace di diffondersi anche ad altri?
      E via di seguito: la discriminazione nei confronti dei Rom (dei quali circa 100 mila sono cittadini italiani, tra l’altro), le classi separate per i bambini stranieri, la clandestinità come reato, la residenza come criterio preferenziale per i candidati nei concorsi pubblici. Tutto improntato a una radicale filosofia di diffidenza e di condanna preventiva nei confronti degli “altri”. Anche se l’economia ha bisogno di loro. Anche se non potremmo pagare le pensioni senza di loro. Anche se il famoso Nord-Est prospera anche grazie al fatto che ci sono loro a lavorare.
      Lascia allibiti che il centrodestra appalti con tanta incoscienza argomenti politici decisivi a un movimento che al consenso regionale sacrifica tutto, anche la prosperità dell’intera nazione.
     

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. cacioman said:

    Fulvio,

    se con la parola razzista si vogliono evocare cappucci bianchi, croci bruciate e sigle KKK; in effetti in Italia non siamo razzisti. E’ solo qualche stupido, alcuni pregiudicati, parecchi intolleranti, qualche personaggio naif, qui e la dei teppisti, gente che ha paura o è ignorante o non ha viaggiato, in generale una politica di integrazione che non guarda al futuro per soffiare sul fuoco della paura. Un po’ troppo riduttivo, no?

    Provoco. E’ come domandarsi se Pio XII o la chiesa italiana, fossero o meno antisemiti evocando le croci uncinate e l’olocausto. No, con certezza: non erano antisemiti e i preti italiani non hanno partecipato attivamente all’olocausto.
    Ma è lecito attendersi di piu’, da un punto di vista di
    reponsabilita’ storica, da chi all’emanazione delle leggi razziali (o alla retata del 16 Ottobre 1943) c’era.

    Oggi abbiamo quella stessa responsabilità storica su un fenomeno, la migrazione Nord-Sud, che coinvolge milioni di diseredati.
    Quello che dobbiamo domandarci non e’ se siamo razzisti
    (o xenofobi che vuol dire la stessa cosa ma suona meglio) ma cosa stiamo facendo per evitare che i nostri figli ci dicano tra vent’anni “Tu hai accettato questa vergogna!?”

    Facciamo molto poco e il medico pietoso fa la piaga puzzolente.

    Ciao
    cacioman

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Cacioman,

    francamente non mi pareva di essere stato riduttivo dicendo che un partito di governo pratica un politica xenofoba che danneggia il Paese intero. C’è abbondanza di ricerche serie (di alcune ho parlato anche qui) pronte a confermare che l’atteggiamento verso gli stranieri è meno peggio da noi che in altri Paesi europei. Inoltre mi rifiuto di credere che i fascistelli della partita di Sofia o i baristi omicidi di Milano siano un campione rappresentativo della popolazione italiana.
    Sono invece d’accordo con te sulla responsabilità storica. Che però, insisto, non è solo nei confronti dei diseredati di tanti altri Paesi (che comunque non potremo né potremmo salvare in toto) ma anche nei confronti del nostro Paese. Se lo avviamo verso il sottosviluppo, come secondo me fanno le politiche della Lega, diventerà anche molto più difficile aiutare chicchessia.

    Ciao, a presto

    Fuvio

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