MEGLIO IL RADICALISMO DEL PAPA DELLE SPACCONATE DELLA LEGA

      E’ molto interessante la polemica scoppiata di colpo tra il Governo e il Vaticano a proposito dell’immigrazione. E lo è per tante ragioni, alcune delle quali addirittura precedono il tema e il dibattito specifico, che potremmo così riassumere: “Accogliere e farsi carico di immigrati, rifugiati, profughi, senza fissa dimora e perseguitati” (parole del Papa nel messaggio per la Giornata dei Migranti, reso noto ieri) contro “limitare il più possibile gli ingressi, espelle il maggior numero possibile di quelli già entrati, controllare nel modo più rigoroso gli altri” che è (sintesi mia) la strategia del Governo.
      Le questioni preliminari, secondo me, sono queste.
1. Non è la prima volta che papa Ratzinger affronta con piglio deciso temi che in altre epoche avremmo definito “sociali”. L’ha fatto, solo per ricordare casi recenti, con la bufera finanziaria globale e, prima ancora, con la crisi alimentare. I media, in genere, tendono a trascurare queste sue prese di posizione. Un po’ perché la lunga permanenza al vertice dell’ex Sant’Uffizio gli ha cucito addosso i panni del Grande Inquisitore, del difensore della fede, e quindi si tende ad ascoltarlo con maggiore attenzione quando affronta temi cosiddetti “etici”. Un po’ perché quando affronta temi “sociali” scatta sbito il lancio di acqua fredda. Tipicamente: “non parla dell’Italia”, “si rivolge alle coscienze” e così via.
2. Nella maggioranza di Governo il tema immigrazione è stato appaltato alla Lega. E la Lega, in merito, ha due precise convinzioni: l’immigrazione è (solo, o quasi solo) un problema; gli immigrati, anche quelli “buoni” e regolari, se superano un certo numero sono comunque un problema, perché oltre una certa quota snaturano la nostra cultura. Purtroppo per la Lega la nostra cultura è la cultura cristiana. E chi è Bossi per insegnare il cristianesimo alla Chiesa? Problema a forti tinte politiche, perché innalzando la bandiera del rispetto della Chiesa anche la Lega ha incrementato i consensi. Il Bossi che qualche anno fa bofonchiava contro “i vescovoni coi catenoni” non avrebbe certo preso i voti che ha preso alle ultime elezioni.
3. La terza questione è che in Italia, anche se ormai molti fanno a gara a dimenticarselo, è in vigore dal 30 luglio 2002 (2002, prego notare) la Legge 189 meglio nota come Legge Bossi-Fini, che andò a sostituire la Legge Turco-Napolitano del 1998. Ora, se c’è una cosa certa in tema di immigrazione è questa: la Bossi-Fini non funziona, non mantiene neppure in minima parte le promesse che i due primi firmatari (all’epoca vice-premier e ministro alla Devoluzione) avevano fatto agli italiani.
      Non lo dico io. Lo dice il ministro Ignazio La Russa (Difesa), intervistato proprio oggi dal Corriere della Sera. “Il nodo è la nostra capacità di espellere i clandestini”, dice il ministro, che aggiunge: “In realtà non siamo riusciti a trovare il modo di espellere gli irregolari, spesso e volentieri perché non si riesce a capire dove mandarli”. Ma se non si trova il modo di espellere i clandestini, tutto l’impianto della legge va a farsi benedire. Primo, perché i clandestini sono, appunto, clandestini: se possono non si fanno trovare. Secondo, perché questa è gente disperata, mica sono svizzeri che fanno shopping a Milano. Gente che viene da lontano, che quasi sempre ha speso ogni avere per pagarsi il viaggio fino al gommone libico o alla carretta del mare maltese o turca. E volete che lo dicano a La Russa da dove vengono, per farsi espellere con più comodo?
      Il fallimento è rivelato dalle cifre: nel solo 2008 (i dati li ha forniti oggi il ministro degli Interni, Roberto Maroni, in un’informativa alla Camera) i clandestini sono stati 30 mila. E questo dopo che nel 2007 (cioè al quinto anno di Bossi-Fini) si era avuto un incremento record della presenza di stranieri in Italia, arrivati a 3.423.651, con un aumento rispetto al 2006 di 493.729 persone. E si mettano il cuore in pace i buoni leghisti: 261 mila stranieri sono diventati italiani, con tanto di cittadinanza, nel solo 2007. Il bello (o il brutto) della faccenda è che, con questi incrementi da record, ci siamo solo messi più o meno in pari con gli altri Paesi europei.
     C’è un aspetto che andrebbe seriamente considerato: quanto ci rende la presenza degli stranieri? Bisognerebbe fare due conti. I romeni (la comunità straniera più folta) sono poco più di 600 mila e il loro lavoro vale l’1,2% del Prodotto interno lordo (Pil) italiano, pari a 2,5 miliardi di euro. Poi ci sono 400 mila albanesi, 360 mila marocchini, i cinesi, gli ucraini. Loro non possono rinunciare a noi, perché l’Italia gli ha cambiato la vita. Ma noi potremmo rinunciare a loro? Date un’occhiata a un cantiere edile della Brianza, a una stalla del Bresciano, a una fabbrichetta del Nord-Est, dove la Lega miete i suoi voti, e poi fatemi sapere.
     Detto tutto questo, e per ritornare all’inizio, in tema di immigrazione è molto difficile trovare la ricetta giusta. Chiunque pensi di averla è un folle o un presuntuoso. Certo è che fare la faccia feroce, promettere una durezza impossibile da mantenere, garantire un repulisti che non sarà mai realizzato, è un ottimo sistema per destare i peggiori sentimenti della gente. Le forze politiche non avranno mai il coraggio di ammettere i propri errori (e i propri trucchi elettorali) e finiranno per eccitare ancor più i timori di chi, com’è successo dal 2002 a oggi, vedrà il “fenomeno stranieri” crescere e non ridursi. Un esempio? Eccolo: il ministro Maroni ha aumentato, per i clandestini colti sul fatto, il periodo di permanenza nei Cpt (Centri di permanenza temporanea) da 1 mese a 18 mesi. E voi credete che le nostre autorità, per quanto pazienti e impegnate, siano in grado (in 18 mesi o 18 anni) di accertare identità e luogo di provenienza di un somalo che ha attraversato mezza Africa, sempre da clandestino, per imbarcarsi di nascosto in Libia fino ad arrivare sulle nostre coste?
      Può darsi che la posizione del Papa, schierato per l’accoglienza “senza se e senza ma” sia politicamente impossibile da gestire. Ha però un pregio di incalcolabile valore: ci pone tutti di fronte a una scelta radicale (cristianamente radicale, tra l’altro) che ci fa capire fino in fondo la drammaticità e l’ampiezza del problema. Le quattro spacconate leghiste, peraltro di scarsissimo effetto, servono più che altro a nasconderlo e a lasciarlo in eredità, a quel punto davvero ingestibile, ai nostri figli.

Per i dati più recenti sull’immigrazione e sulla presenza degli stranieri in Italia: http://www.istat.it/salastampa/comunicati/non_calendario/20081009_00
     

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. alex said:

    Quando i ragazzi italiani si renderanno conto che avanti così e si troveranno a ‘pane e stracchino’, i lavori più umili andranno bene. botta di utopia forse, ma ci spero ancora.
    e smettiamola con le solite cose che sono gli immigrati a darci lavoro… ma non notate (a causa di questa perenne scusante) l’assurdità del loro comportamento? ancora un po’ e saremo costretti a ringraziarli di riempirci la nazione..
    non mi sento una persona razzista, non lo sono mai stata.
    ma dal basso della mia ignoranza mi sento di dire che siamo arrivati ad un punto in cui il vaso è pieno, la goccia non tarderà ad arrivare.. e il futuro come sarà?
    con tutto che si potrebbe non pensarci, non esiste prospettiva con tinte meno cupe.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Alex
    (scusa ma noi, qui, ci diamo del tu, spero di non offenderti),
    mi dispiace ma io posso dimostrarti, con tanto di cifre, che senza immigrati (e anche con meno immigrati) l’Italia andrebbe molto peggio, soprattutto dal punto di vista economico, a cui in questo periodo siamo tutti molto attenti. Sto parlando, ovviamente, di immigrati regolari. Gli irregolari sono, appunto, irregolari e come tali vanno trattati.
    Sul numero di “Famiglia Cristiana” che sarà in edicola da giovedì prossimo uscirà un lungo articolo su questo tema. Riprenderò qui alcuni spunti. ti faccio due brevi anticipazioni. Primo: gli immigerati regolari versano ogni anno all’Inps 5 miliardi di euro di contributi, che vanno in gran parte a pagare pensioni di anziani italiani. Senza quei miliardi avremmo dei problemi. Secondo: negli ultimi due anni sono usciti dal settore dell’edilizia 37 mila operai italiani e ne sono entrati 35 mila stranieri, pagati meno degli italiani. A loro diamo una vita certo più decente di quella che avevano nei loro Paesi, ma senza di loro sarebbero i nostri figli a fare i magutt.
    Comunque su una cosa concordo in pieno con te: avremo un futuro a tinte cupe se non sapremo regolare il fenomeno con meccanismi migliori di quelli attuali.
    Ciao, grazie, a presto

    Fulvio

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