NON FATEVI FREGARE, L’ITALIA E’ UNO DEI PAESI PIU’ SICURI D’EUROPA. ECCO I DATI

      Dopo la morte atroce, a Milano, del connazionale Abdul William Guibre, mi preme dire una cosa. Se fosse possibile, gridarla: IN ITALIA NON C’E’ NESSUNA EMERGENZA SICUREZZA E CHI LO DICE TENTA DI IMBROGLIARCI.  

         Su tanti problemi si può discutere all’infinito e i pareri, alla fin fine, sono tutti più o meno legittimi. Ce ne sono altri, però, su cui esistono dati precisi, inconfutabili. E uno di questi è la criminalità. Da questo punto di vista, il testo fondamentale è lo European Crime and Safety Survey, pubblicato nel 2007 e realizzato mettendo a confronto le statistiche sui diversi reati in 18 Paesi dell’Unione Europea. Intanto, il Rapporto (coordinato dal prestigioso istituto americano Gallup) fa un’interessante premessa: dall’inizio degli anni Novanta alla metà dei Duemila, “i livelli di crimini comuni come il furto nelle case, le rapine e le aggressioni, sono diminuiti ovunque nell’Unione Europea, con le sole eccezioni del Belgio e dell’Irlanda”.  Ma poi tutti i dati indicano con chiarezza che l’Italia non solo non ha un problema particolare di criminalità ma, anzi, in quasi tutte le categorie mostra un sensibile e progressivo calo dei reati. In più, la situazione italiana è spesso notevolmente migliore di quelli di altri Paesi a essa comparabili.

      Qualche esempio concreto.

– Furti nelle case: l’Italia è quinta, dopo Gran Bretagna, Danimarca, Estonia e Irlanda. E nel 2004 (anno di riferimento dei dati) le case italiane erano svaligiate molto meno di quanto avveniva nel 1991 (e , va da sé, in tutti gli anni seguenti).

– Sottrazione di proprietà e borseggio: l’Italia è quattordicesima, con i dati 2004 in netto calo rispetto a quelli del 1991. Meglio di noi solo Svezia, Finlandia, Spagna e Portogallo (in quest’ordine).

– Rapine: l’Italia è diciottesima su diciotto. Nel 2004 il numero delle rapine era di circa un quinto di quelle del 1991.

– Violenze sessuali: l’Italia è tredicesima su diciotto. Fortissimo il calo rispetto al 1991. Il Paese più virtuoso d’Europa, sotto questo aspetto, è l’Ungheria.

– Aggressioni e minacce: l’Italia è diciottesima su diciotto.

Crimini legati a questioni di razza, fede e orientamento sessuale: l’Italia è diciottesima su diciotto. Insomma, siamo ben poco propensi a discriminare. E’ la Francia il Paese più rischioso da questo punto di vista. Nel 2004, peraltro, l’Italia era anche molto “bassa” (quindicesima su diciotto) nella graduatoria dei reati compiuti contro gli immigrati.

– Truffe e frodi: l’Italia è diciassettesima su diciotto, meglio di noi solo la Finlandia, il peggio in Estonia.

– Corruzione: andiamo un po’ peggio ma, contrariamente a quanto potremmo pensare, nulla di particolarmente drammatico. L’Italia è dodicesima su diciotto, meglio persino del Lussemburgo. I più corrotti: i greci. I meno corrotti? I finlandesi. Da notare che in questa categoria si comporta molto bene la Gran Bretagna (diciassettesima), che in quasi tutte le altre categorie va invece assai male.

 

    Tutto chiaro? Proprio no. Perché lo stessa ricerca ha analizzato il grado di paura nei diversi Paesi. E qui salta fuori che gli italiani, al posto di essere felici di vivere in un Paese a bassa intensità criminale (in particolare, a bassa intensità di crimine ordinario, quello che tocca i semplici cittadini), sono tristissimi e se la fanno sotto dalla paura. Nel 2005 gli italiani erano secondi su diciotto (primi i greci) nella paura di subire un furto in casa e terzi (dopo greci e lussemburghesi) nel ritenere insicure le  proprie strade al calar della sera. Da notare che in entrambi i casi, e al contrario di quanto invece accertato dalle statistiche sulla criminalità, il dato della paura non era in calo rispetto agli anni Novanta ma addirittura in aumento.

    In sintesi: rispetto a (quasi) due decenni fa il crimine si è ridotto ma la paura del crimine è cresciuta. Fenomeno curioso se mai ce n’è stato uno.

    Come può succedere? Io ho mente tre ragioni.

   1. L’invecchiamento della popolazione. Il nostro Paese ha 58 milioni di abitanti, dei quali più di 11 milioni (per la precisione, 4 milioni e 864 mila uomini e 6 milioni e 792 mila donne) hanno più di 65 anni. il 20% esatto della popolazione totale. Una quantità abnorme (l’Italia è in fondo a tutte le classifiche mondiali della natalità) di pensionati relativamente benestanti che hanno la tendenza (e magari anche il diritto) a essere innervositi da tutto ciò che pare disturbare il tranquillo svolgimento della loro vita. E quindi a ingigantire i rischi, a vedere pericoli laddove ci sono problemi, a sentirsi fin troppo spesso sull’orlo dell’emergenza.

2.  L’investimento che i media fanno sulla cronaca nera, che occupa gran parte dei giornali e del telegiornali. Il servizio sul disastro o sul delitto costa poco e rende molto, almeno in termini di attenzione. Certo, diffonde angoscia e preoccupazione a pioggia, ma alla fin fine chissenefrega.

3. La speculazione che molte forze politiche fanno sulle ansie dei cittadini, incentivandole al posto di placarle,  aggiungendo nuovi fantasmi a quelli vecchi, costruendo inesistenti ragioni d’inquietudine (il caso rom è esemplare, in questo senso) per poi proporsi come gli “sceriffi” più adatti per tutelare il cittadino altrimenti indifeso.

      Siamo tutti perfettamente in grado di giudicare quali partiti e quali uomini politici siano più inclini a questo “sfascismo”. Io per me dico: votate per chi volete ma sappiate una cosa che chi dice che in Italia il cittadino non è sicuro, che c’è l’emergenza, che occorrono provvedimenti speciali, sta solo cercando di tirarvi un bidone.

      Per i dati europei sulla criminalità:

      http://www.crimereduction.homeoffice.gov.uk/statistics/statistics060.htm 

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

4 Commenti

  1. Kolza said:

    I politici parlano alla pancia della gente, quindi non dobbiamo stupirci che, per farsi votare, martellino sulla percezione del crimine, salvo poi, a poltrona ottenuta, diventare dei pompieri e sbandierare i propri “risultati”…

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Kolza,

    hai ragione e ti assicuro che non mi stupisco. Mi piacerebbe, però, che fosse più analizzato questo paradosso tutto italiano: sempre meno crimine (vedi anche i dati, usciti oggi, sul drastico calo dei furti d’auto, in Italia come in Europa) ma uguale paura del crimine. Perché le speculazioni politiche, che ci sono e clamorose, sfruttano una paura che c’è, è reale, si può quasi toccare con mano parlando con la gente. Io ho fatto le mie ipotesi e dò grande importanza all’invecchiamento della popolazione.

  3. fabio cangiotti said:

    Caro Scaglione, il tuo ragionamento non fa una grinza; sui numeri non si dovrebbe discutere, però a me viene da ridere pensando che se il termometro dice 30 °C, il metereologo di turno si affretta a spiegarci che in realtà la temperatura percepita e quindi reale è 38 °C, e che perfino un noto Istituto di statistiche (che di numeri esatti vive) un paio di anni fa fece una ricerca sulla decadenza economica italiana, e non potendo ancora dimostrare che eravamo alla canna del gas, si premurò comunque di avvertirci che la povertà “percepita” era ben superiore di quella reale! E che dire delle tante epidemie catastrofiche annunciate e mai verificatesi negli ultimi vent’anni? E del catastrofismo ecologista innestato dalle dubbie teorie sul “global warming”? E molte cose ancora…
    Questo per dire che sulle angosce individuali e collettive ci lucrano in molti, non solo la nostra destra. E che il sentimento apocalittico che è vissuto da una popolazione troppo anziana per essere beatamente ignara come qualche decennio fa, quando eravamo giudicati tra i più felici del globo, è fomentato da soggettivismi interessati di vario segno. La destra manda l’esercito, e ciò sarà anche una esagerazione(a parte che Maroni lo vorrebbe ora in zone di camorra), ma intanto la gente apprezza (a quanto se ne sa) perchè anche una presenza simbolica dello Stato ha il suo valore di rassicurazione e comunque un bel po’ di criminalità efferrata soprattutto nelle periferie urbane c’è e come. Il “cattivismo” della destra potrà anche essere o apparire talvolta contradditorio o parodistico, e quindi è sacrosanto e utile criticare e ironizzare: senza dimenticare mai che si tratta dell’altra faccia del buonismo della sinistra, che quale sottoprodotto della banalizzazione ideologica del cristianesimo ha creato disastri in ogni settore dello Stato.
    Saluti da fabio Cangiotti

  4. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,

    una premessa: parliamo di chi governa qui e adesso. A me ‘sto fatto di scusare una cosa che non funziona al presente con qualcosa fatto da altri in passato non piace molto. Uno dice che gli hanno lasciato il “buco”, l’altro il “tesoretto”, che palle.
    Detto questo, aggiungo: io non nego che una quota criminale comunque ci sia, figurati. Nè che la presenza di qualche soldato qua e là (perché di questo si tratta, lo sai anche tu) possa far piacere alla gente. E tengo in gran conto i sentimenti della gente, anche quando si tratta di paura esagerata (sto per inserire un altro post in proposito). E nemmeno penso che la destra nostrana sia troppo “cattiva”. Anzi, penso semmai il contrario. Penso che una destra davvero cattiva (e per dirla tutta, una destra davvero destra) non avrebbe perso tempo con la demagogia dei Rom ma avrebbe fatto subito qualcosa per la Campania. Non avrebbe inneggiato ai sindaci che fanno la multa alle prostitute (che potrebbero, semmai, pagare le tasse) ma avrebbe fatto qualcosa per intervenire su fenomeni più seri, che so, la violenza negli stadi o il caporalato che in tutto il Sud è lo sbocco naturale dell’immigrazione clandestina.
    Tutto qua. Forse anche il mio è un fenomeno di percezione: la fregatura è modesta ma io la percepisco più grande. Scherzo.
    Ciao, a presto

    Fulvio

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top