di GIORGIO VECCHIATO
“Itala gente da le molte vite”, come poetava Carducci. E dal multiforme ingegno. Non sappiamo se all’estero troverà imitatori la tecnica escogitata a Roma per entrare nel Governo. Anzi, in governi già costituiti da tempo, e non bisognosi in apparenza di nuovi innesti. Nel civile Occidente, e finora anche da noi, una poltrona di ministro era di solito il punto d’arrivo di una onorata carriera, come amministratori o come uomini di partito. Adesso sta per cambiare tutto.
Per prevenire obiezioni, diciamo subito che spesso i ministeri venivano affidato a personaggi privi di una specifica competenza. Magari un ingegnere alla Sanità e un medico ai Trasporti. Quanto agli avvocati e ai giornalisti, che sono infarinati un po’ su tutto e imparano alla svelta, bastava bussare e veniva aperto. Se però la competenza era un optional, si trattava pur sempre (o quasi) di nomi conosciuti e in genere rispettati. Cioè – e non si dica che questa precisazione è superflua – né ignoti né circondati da disistima.
Vediamo ora il cambiamento, basato sul fatto che l’attuale Governo è stato salvato da una decina di deputati dell’opposizione. Nel cambiare idea, costoro hanno rivendicato la massima purezza di intenti: figurarsi se cambiavano gabbana per ottenere qualcosa. Poiché a Montecitorio si chiamano onorevoli, e sull’onore non si scherza, dobbiamo stare sulla fiducia. Tuttavia Berlusconi si appresta a imbarcarne un buon numero nell’esecutivo, chi dice sette, chi di più. Forse è il primo ministro che premia spontaneamente i nuovi adepti, senza che questi abbiano chiesto alcunché.
C’è però una complicazione. I deputati che da anni formavano la maggioranza non sono per nulla contenti dei nuovi arrivi. Perché premiare solo i convertiti, lasciando a secco i fedeli da lunga data? E qui ci soccorre ancora il multiforme ingegno nazionale. Basta cambiare la legge che pone un limite al numero dei ministri e sottosegretari, aggiungendone un’altra decina. O una ventina: come diceva Totò, meglio largheggiare. La benevolenza del premier non ha limiti.
Ma non usciamo dal tema, l’importante è la novità. Per diventare oggi ministri o sottosegretari, la procedura che va seguita è quella degli ex-oppositori che passano alla maggioranza. Non servono più interminabili carriere o pesanti studi. E’ sufficiente restarsene in incognito e cambiare bandiera al momento giusto. Geniale. Ignoti e disistimati ma finalmente con portafoglio, sottoportafoglio e macchina blu. L’ufficio brevetti internazionale è a disposizione.
di Giorgio Vecchiato