E dunque, dopo anni di polemiche e di minacce, l’Iran degli ayatollah ha la sua centrale nucleare. Un impianto da mille megawatt situato a Bushehr, nel Sud del Paese, che tra un mesetto, salvo imprevisti, sarà collegato alla rete elettrica e diventerà la prima centrale nucleare a produrre energia per usi civili in Medio Oriente.
Tutto qui? E lo scudo stellare che gli americani volevano costruire in Polonia e Repubblica Ceca per proteggere l’Europa dalla bomba atomica iraniana? E l’angoscia di Israele, minacciato dal presidente Ahmadinejad? E i piani per radere al suolo con le bombe gli impianti iraniani? Tutto da cancellare?
Purtroppo non è così semplice. La centrale di Bushehr è “figlia” di uno schema difficilmente replicabile. L’uranio per farla fuzionare è fornito dalla Russia, che ritira anche il combustibile esausto, quello da cui potrebbe essere estratto plutonio per la bomba atomica. Tutto sotto il controllo dei tecnici dell’Agenzia per l’energia atomica dell’Onu. Per una centrale si può fare, ma per tre o quattro? Inoltre, il nucleare civile è sempre vicino (per tecologie, materiali, procedimenti) a quello militare. Passare dall’uno all’altro è facile. E se chi è già arrivato al civile minaccia altri Paesi…
Ma il vero problema, più che l’Iran, è il Medio Oriente. Tra il 2006 e il 2007, ben 12 Paesi di quell’area hanno manifestato interesse per il nucleare e poi siglato intese con aziende di Francia e Corea del Sud. Perché l’energia elettrica da nucleare costa meno, e le centrali potrebbero usare il calore di scarto per desalinizzare l’acqua, in Medio Oriente preziosa quanto il petrolio. Il “pericolo” iraniano è noto. Ma che potrebbe succedere in Egitto, quando non governnerà più Mubarak? Che sarebbe successo in Algeria se avessero vinto non i generali ma gli islamisti? E infine: possiamo impedire per sempre al mondo arabo l’accesso a una fonte di energia a buon prezzo come il nucleare?
Pubblicato su Famiglia Cristiana n.37/2010
Non mi è chiaro perché tu dica che l’energia nucleare costa meno.
Da noi non costa meno, nonostante questo sia quanto sta cercando di spacciare l’ENEL (pesantissima la campagna pro-nucleare che ha lanciato col gentile contributo di ambienti cattolici quali settimanali diocesani e il Meeting di CL).
In Medio Oriente poi il petrolio non ha nemmeno i costi di trasporto…