IL PETROLIO DELL’IRAQ SI FARA’ ASPETTARE

L’ottimismo sulla situazione irachena è molto più sfumato quando si ascoltano le parole dei signori del petrolio. Durante i lavori del Forum Economico di Davos, nel corso di un dibattito tra gli amministratori delegati di Bp (impegnata nel giacimento iracheno di Rumaila), Royal Dutch Shell (West Qurna) e Total (Halfaya), si sono sentite previsioni molto lontane da quelle del governo dell’Iraq, che prevede di arrivare a produrre 10 milioni di barili di petrolio al giorno entro 6-7 anni.

Un impianto petrolifero nel Sud dell'Iraq.

Un impianto petrolifero nel Sud dell'Iraq.

Secondo Tony Hayward (Bp) di anni ce ne vorranno almeno 10.  Cauto anche Thierry Desmaret (Total): “Qbbiamo visto un sacco di eccitazione per questi progetti, noi però siamo un po’ meno entisiasti”. Drastico, per finire, Peter Voser (Shell): “di anni ce ne vorranno almeno venti per arrivare a quei livelli. Si tratta di una grande sfida. Le stime ufficiali indicano che avremo bisogno di investimenti pari a 27 mila miliardi di dollari. Molto più di quanto si è speso finora nel mondo per salvare le banche dalla crisi e stimolare l’economia”.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top