IL MINCULPOP, PUTIN E LA SIRIA

minculpopJet russi in azione sulla Siria.

Il Minculpop è entrato in azione e la stampa italiana, da brava figlia di famiglia, ha cominciato a fare la sua parte. Dunque, le cose stanno così: l’aviazione russa, inviata da Vladimir Putin in Siria per aiutare Assad e “combattere il terrorismo” (tra virgolette, come va tra virgolette quando dicono di volerlo fare gli americani), compie una ventina di incursioni al giorno. Cioè, la stessa media tenuta nell’ultimo anno e mezzo dai velivoli della coalizione americo-saudita organizzata da Barack Obama.

Putin ci ha messo una settimana a trasferire uomini e mezzi in Siria e a renderli operativi. E dopo qualche giorno di bombardamenti russi il Minculpop già ci dice che:

  1. “La strategia di Putin è un disastro, i raid russi alla fine rafforzeranno solo l’Isis” (Barack Obama).
  2. l’Osservatorio nazionale per i diritti umani (Ondus; ha sede in un appartamento di due stanze a Coventry, in Gran Bretagna, e lo manda avanti Rami Abdurrahman, un ex oppositore di Assad fuggito all’estero nel 2000, nel tempo che gli resta dalla gestione di un negozio di abbigliamento) comunica che i raid russi hanno ucciso decine di civili.
  3. il presidente turco Erdogan si dice preoccupato per l’intervento russo in Siria e promette di incontrare Putin per fargli cambiare idea.

Naturalmente c’è anche il solito codazzo di politici europei che deprecano, insultano, minacciano o che, come il nostro Matteo Renzi, si lanciano in analisi così vaghe (“Non sarà semplicemente aiutando Assad che bloccheremo Isis. Né considerandolo l’unico problema come fanno in modo altrettanto banale altri”) da rivelare la totale impotenza che le anima.

Minculpop forever

Tutto questo avviene nello stesso giorno in cui i caccia americani, in Afghanistan, nella città di Kunduz, bombardano un ospedale di Medici senza Frontiere e uccidono 19 persone, tra le quali diversi bambini. Ma il Minculpop ha la risposta pronta e la affida a quel prodigio di affidabilità ed efficienza che è il Governo afghano: nell’ospedale c’erano dei terroristi. Il che, con ogni evidenza, vuol dire questo: se a caccia dei terroristi vanno gli americani e i loro amici della Nato, tutto è lecito; se invece ci vanno i russi…

Ma torniamo al principio. Obama dice che la strategia russa è “un disastro”. Obama? Ma se quella di Putin è un disastro, quella della Casa Bianca che cos’è stata? Un successo? Un anno di bombardamenti, una coalizione che si vanta di raccogliere 60 Paesi e che cos’abbiamo ottenuto, oltre a devastare due terzi della Siria e un terzo dell’Iraq? In Siria l’unica alternativa reale ad Assad, oggi almeno, è l’Isis. E l’Iraq si è salvato solo grazie alle milizie sciite finanziate, organizzate e armate dall’Iran con il consenso del Governo locale, e ai peshmerga curdi. I famosi apparecchi della famosa coalizione americo-saudita, appoggiati dai satelliti e dall’intelligence Usa, non sono nemmeno stati in grado di vedere e intercettare le colonne dell’Isis che andavano a Palmira lungo 200 chilometri di strada rettilinea nel deserto. Ma il Minculpop, e la stampa che lo segue, non l’ha notato.

E poi, l’Osservatorio nazionale per i diritti umani. Buono, quello. Provate a esaminare il sito e ditemi se trovate notizie su ciò che fa l’Isis, i suoi delitti, le sue atrocità. Anche se il buon Rami Abdurrahman si vanta di avere 200 informatori sul terreno in Siria. Anche se tutti i giornali, ligi alle regole del Minculpop, lo citano come se fosse il Vangelo. Tra le notizie in piccolo, però, trovate questa, l’unica sui miliziani islamisti: l’Isis, per timore delle incursioni russe, ha sospeso le preghiere del venerdì. In pochi giorni, quasi più di quanto abbia ottenuto, in un anno, la coalizione di Obama.

Per chiudere, la Turchia. Erdogan ha aiutato l’Isis in ogni modo e maniera, lasciando tra l’altro passare per il confine con la Siria, che dovrebbe controllare, gran parte di quei 30 mila foreign fighters che dal 2011 sono andati a rinforzare le file dell’Isis. Quando si è messo d’accordo con Obama per lasciargli usare un paio di basi militari, Erdogan ha preteso di aver mano libera sui curdi, da quel momento bombardati a tutto spiano. Aspettando il momento di prendersi una bella fascia di Siria per scongiurare qualunque ipotesi futura di Kurdistan unificato o Grande Kurdistan, come dicono i curdi. E adesso Erdogan si dice preoccupato per ciò che fanno i bombardieri russi. Lo stesso Erdogan che solo qualche giorno fa il Minculpop descriveva come un efferato dittatore islamista. Buon Minculpop a tutti.

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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