MARCHIONNE E LO SPETTRO VOLKSWAGEN

Sergio Marchionne.

Immaginate di presiedere un’associazione professionale. E come presidente, di affermare a chiare lettere che uno dei vostri associati è la rovina dell’associazione stessa. Non ci sono tante via d’uscite: o ve ne andate voi dalla presidenza o se ne va l’associato dall’associazione. Questa è la situazione che ha creato Sergio Marchionne, amministratore delegato Fiat e presidente dell’Acea (European Automobile Manufacturer’s Association), accusando Volkswagen di ignorare la crisi del settore e di praticare “una politica di sconti aggressiva” che si traduce in “un bagno di sangue sui prezzi e sui margini”.

Sergio Marchionne.

A parte la questione di principio (di cui probabilmente a Marchionne importa nulla), c’è una certa serie di questioni pratiche. La prima è che a stretto giro di posta Joaqim Almunia, commissario europeo alla concorrenza, gli ha fatto rispondere dal portavoce Antoine Colombani che “la Commissione europea non è a conoscenza di abusi o pratiche scorrette sui prezzi da parte di Volkswagen”.

La seconda: guarda caso, Volkswagen è l’unico produttore europeo (anche con i marchi Seat, Skoda, Audi, e i veicoli industriali Man e Scania) che continua a macinare utili. Vendite in rialzo del 23%, utili in crescita del 36%, utile operativo in crescita del 7%, oltre ogni previsione. Marchionne insiste col dire che “dar fondo alla cassa per nuovi modelli non paga”. Ma non risulta che Volkswagen spari fuori a raffica nuovi modelli. E in ogni caso: se proponi al mercato, per di più a un mercato di crisi, vecchi modelli, non devi forse varare una politica di sconti e offerte?

Terza considerazione: il boom 2012 di Volkswagen è legato soprattutto alle ottime performance che la Casa tedesca ha realizzato negli Usa e in Asia. Nella sola Cina, il più grande singolo mercato per le auto VW, nel 2011 Volkswagen ha consegnato 2,25 milioni di vetture, dando lavoro a circa 50 mila persone tra le quali1.500 venditori. Nella regione Asia-Pacifico (Cina ovviamente esclusa) 2,5 milioni di auto consegnate, con un incremento sul 2010 di quasi il 20%. Crescita del 109% in India (da 53.300  a 111.600 auto) e del 23,3% negli Usa (da 360.300 a 444.300 auto consegnate).

Operai cinesi al montaggio di un modello Volkswagen.

Difficile pensare che il merito sia tutto delle offerte speciali. Più facile, invece, convincersi che il management Volkswagen sia stato più svelto e abile nel capire le potenzialità dei mercati asiatici e nel metterle a frutto (discorso, peraltro, che vale per la Germania tutta). E forse anche che le automobili Volkswagen siano, molto semplicemente e almeno in questo periodo, migliori delle altre.

Sorprende anche che un campione del libero mercato come Marchionne rimproveri un’Azienda, Volkswagen appunto, per un eccesso di iniziativa individuale rispetto alla categoria. Dal punto di vista del consumatore lo spettro del cartello e dei prezzi artificialmente sostenuto è poco più in là.

 

 

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Altri articoli sul tema

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top