A proposito di Cina, democrazia, libertà, Internet e di un sacco di altre cose. Comunica il China Internet Network Information Service, l’agenzia del ministero cinese alle Telecomunicazioni gestita dall’Accademia cinese delle Scienze, che a fine 2011 il numero degli utenti di Internet in Cina è arrivato a quota 513 milioni, pari al 38,3% dell’intera popolazione, con un incremento del 4% (pari a 55,8 milioni di persone) rispetto al 2010.
Gli utenti di Internet da smartphone sono arrivati a 356 milioni, con un incremento del 17,5% rispetto al 2010. E giusto per restare ai numeri kolossal, ecco che a fine 2011 i siti web cinesi sono arrivati a 2,3 milioni, con un aumento del 20% sull’anno precedente.
Nel fiume in piena della crescita generale, però, sono due i fenomeni di particolare interesse. Gli utenti cinesi che partecipano a “gruppi solidali di acquisto” in Internet sono ormai 65 milioni. Cifra non enorme se paragonata alla popolazione. Enorme è però l’incremento rispetto al 2010: 244,8% in più. Segno che anche là, pian piano, si sta sviluppando una borghesia capace di riflettere sulle proprie abitudini di consumo.
Ancor più notevole l’incremento, anzi l’esplosione del microblogging (in Cina noto come Weibo), i cui utenti sono cresciuti di quasi il 300%, arrivando a circa 250 milioni di utenti a fine 2011. I brevi messaggi da 140 caratteri, lanciati da piattaforme di grandi gestori come Sina Corp o Tencent Holdings, stanno di giorno in giorno diventando una forma alternativa alla comunicazione “ufficiale” e un canale di diffusione di notizie scomode che troverebbero altrimenti poco spazio sui grandi media.