Questa è l’epoca delle previsioni per l’anno nuovo e non c’è esperto, vero o presunto, che si sottragga. Vale la pena, allora, di ricordare l’esperimento realizzato dall’Economist nel 1984. Quell’anno, nel numero in edicola tra Natale e Capodanno, il settimanale inglese chiese una serie di previsioni per il successivo decennio a un gruppo di “consulenti” così composto: 4 ex ministri delle Finanze, 4 presidenti di aziende multinazionali, 4 studenti dell’Università di Oxford e 4 spazzini di Londra.
Nel 1995, scaduto appunto il decennio, l’Economist tirò fuori dall’archivio quelle previsioni (Garbage in, Garbage out, si intitolava quel pezzo) per scoprire che ad averci azzeccato di più erano stati, a pari merito, i manager delle multinazionali e gli spazzini di Londra. E in un settore particolarmente importante per l’economia mondiale, quello del petrolio, erano stati gli spazzini a mostrare la maggiore preveggenza in assoluto.
Memore di quel caso, l’Economist ha deciso di riprovarci, togliendosi qualche sfizio. Cinque spazzini londinesi e cinque grandi manager a confronto, questa volta sull’andamento del 2012. Nel caso vi potesse servire: la maggioranza degli spazzini e dei manager concorda sul fatto che la crescita mondiale sarà tra il 2,5 e il 5%, ma gli spazzini sono molto più pessimisti sull’andamento del prezzo del petrolio (una robusta minoranza di loro lo vede superare i 120 dollari a barile nell’anno che viene, contro i circa 90 della quotazione attuale) e sono in larga maggioranza convinti che Barack Obama non sarà rieletto alla Casa Bianca.