ODORE DI ELEZIONI, DAGLI ALL’IMMIGRATO

Al primo odore di elezioni anticipate, i politici italiani hanno ripreso ad agitare lo spauracchio degli immigrati. Prima il ministro La Russa (anche allo scopo di mettere in crisi un Gianfranco Fini per gli ex amici diventato di colpo “buonista”), poi il ministro Maroni, ansioso forse di non farsi sottrarre la palma dell’intransigenza dal presidente francese Nicolas Sarkozy. Maroni, secondo il quale Sarkozy copia l’Italia,  si è spinto ad annunciare di voler chiedere all’Unione Europea “la possibilità di espellere anche cittadini comunitari”, aggiungendo (con rimpianto, sembrerebbe dal tono dell’intervista al Corriere della Sera) che “da noi molti sinti e rom hanno cittadinanza italiana. Loro hanno diritto a restare, non si può fare niente”.

Emigrati italiani approdano in America nel 1911. Da notare lo sguardo vagamente disgustato del doganiere americano sulla sinistra. Tra il 1880 e il 1920 emigrarono verso le americhe 4 milioni di italiani, allora pari al 10% dell'intera nostra popolazione.

Emigrati italiani approdano negli Usa nel 1911. Da notare lo sguardo vagamente disgustato del doganiere americano sulla sinistra. Tra il 1880 e il 1920 partirono per le Americhe più di 4 milioni di italiani, allora pari al 10% dell'intera nostra popolazione.

Bene ha fatto, quindi, monsignor Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes della Conferenza episcopale italiana, a puntualizzare attraverso la Radio Vaticana due concetti fondamentali: il primo è che “il Governo italiano non può autonomamente decidere in riferimento a una politica europea che invece stabilisce sostanzialmente il diritto di insediamento e di movimento”; e il secondo, non meno importante, è che “l’azione che avviene contro i rom oggi, non è un’azione di politica migratoria – non dimentichiamo che, in Italia, l’80% dei rom è italiano – ma è una politica discriminatoria nei confronti di una popolazione che, sostanzialmente, non si è riusciti a gestire attraverso canali che sono soprattutto di tipo sociale”.

Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

Mons. Giancarlo Perego, direttore generale della Fondazione Migrantes.

La prontezza della politica nell’impugnare la leva anti-straniero e anti-immigrato dice tutto della schizofrenia di questa nostra Italia. Perché i politici parlano in un modo (e magari i cittadini li votano) ma la realtà va esattamente in senso  opposto. Nel 2009, in piena crisi occupazionale (526 mila italiani in più senza lavoro), gli occupati stranieri sono cresciuti di 147 mila unità. E la Fondazione “Leone Moressa”, che ha analizzato i dati sulle prossime assunzioni raccolti da Excelsior-Unioncamere, già ci dice che la tendenza proseguirà per tutto il 2010:sono 181 mila i nuovi assunti di origine straniera previsti per l’anno in corso, pari al 22,6% di tutte le assunzioni previste. A fare la parte del leone, nelle assunzioni di lavoratori stranieri, saranno le imprese con più di 50 dipendenti, che cercano manodopera straniera da impiegare nei servizi alle persone (21,8%), oppure lavoratori con esperienze nel settore di competenza (54,6%) oppure qualificati nel commercio e nei servizi (27%).

Pochi apprendisti o garzoni, dunque, ma lavoratori con professionalità definite. Il che, in poche parole, vuol dire questo: non vogliamo gli stranieri, ma ci piace che il loro lavoro dia un contributo decisivo alla tenuta del nostro sistema produttivo e, di conseguenza, al benessere di tutto il Paese. Quando capiremo che le due cose non stanno insieme sarà sempre troppo tardi.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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