FRIDMAN, C’E’ UN OLIGARCA AL TELEFONO

Mamma li russi! E’ curioso che desti curiosità venata di allarme la notizia che l’operatore telefonico Wind possa passare alla VimpelCom, azienda a proprietà mista (39,6% di Telenor-Norvegia, Alfa Group-Russia e 21,2% di azionisti vari) ma con significativa presenza, appunto, russa. Non si capisce bene perché appartenere alla Orascom dell’egiziano Naguib Sawaris (secondo Forbes, al 374° posto tra gli uomini più ricchi del mondo e al 6° tra gli africani), che la rilevò cinque anni da dall’Enel, vada bene e appartenere ai russi meno. Ma da noi è così. D’altra parte, di africano ci va bene persino Gheddafi, figuriamoci se ci può andar male un businessman abile (anche se ora un po’ in difficoltà) come Sawaris.

Mikhail Fridman (a sinistra) e German Khan, "oligarchi" e azionisti di Alfa Group, durante una visita allo "Yad Vashem", il memoriale dell'Olocausto a Gerusalemme.

Mikhail Fridman (a sinistra) e German Khan, "oligarchi" russi e azionisti di Alfa Group, durante una visita allo "Yad Vashem", il memoriale dell'Olocausto a Gerusalemme.

Detto questo, sarà bene chiarirsi un poco le idee su che csa vuol dire, almeno in questo caso, “finire nelle mani dei russi”. VimpelCom è una delle divisioni comunicazione del Gruppo Alfa, fondato nel 1989 da Mikhail Fridman. solo qualche dato, per restare alle comunicazioni telefoniche. Alfa ha una società specializzata negli investimenti in questo campo che si chiama Altimo. A sua volta la Altimo agisce attraverso VimpelCom, che ha il quartier generale ad Amsterdam e opera in Russia, Ucraina, Kazakhstan, Uzbekistan, Tajikistan, Georgia, Armenia, Kirgizstan, Vietnam e Cambogia, cioè su un bacino con più di 360 milioni di potenziali utenti. Quotate in alla Borsa di New York, le società telefoniche del (o partecipate dal) Gruppo fanno quasi ovunque risultati straordinari: in Russia hanno 50 milioni di abbonati (dati fine 2009), in Turchia 63 milioni (terzo maggior operatore in Europa), in Ucraina 22 milioni.

Non è un caso, dunque, se alle notizie del possibile cambio di proprietà la Borsa ha premiato le azioni Orascom con un deciso rialzo. Bisogna comunque aggiungere qualcosa sul Gruppo Alfa, che nelle comunicazioni ha una parte importante delle proprie attività ma non quella decisiva, che è fatta invece di petrolio e di finanza. Nel ramo petrolifero opera con la Tnk-Bp, che al 50% appartiene appunto alla British Petroleum (Bp): 50 mila dipendenti e 1,69 milioni di barili di petrolio (più o meno il 10% del totale russo) estratti ogni giorno. Alla finanza, invece, pensa la holding centrale, appunto il Gruppo Alfa, attivo nel settore bancario, assicurativo e dela gestione di capitali. Anche qui, qualche cifra: 326 filiali in 5 Paesi, 14.117 dipendenti, 77 milioni di dollari di profitti netti a fine 2009, 53.000 clienti corporate e 3 milioni e 900 mila clienti privati.

I sei "oligarchi" proprietari di Alfa Group con le diverse quote azionarie.

Gli "oligarchi" di Alfa Group con le diverse quote azionarie.

E poi, la proprietà. Alfa Group ha sei azionisti di riferimento: Mikhail Fridman (36,47%),  German  Khan (23,27%), Aleksei Kuzmicev (18,12%), Piotr Aven (13,76%), Andrej Kosogov (4,8%) e Aleksandr Knaster (4,3%). L’uomo forte è Fridman, sul cui conto sarà bene spendere qualche parola. Classe 1964, ebreo nato a Lvov in Ucraina, Fridman vanta oggi, secondo le classifiche di Forbes, un patrimonio personale di 12,7 miliardi di dollari, che fanno di lui il 3° uomo più ricco di Russia e il 45° più ricco del mondo. La sua è una tipica storia da “oligarca”, cresciuto alla ricchezza negli anni di Boris Eltsin insieme con i vari Abramovic, Potanin, Deripashka. In più, è noto per la militanza ebraica: ha fondato il Congresso ebraico russo e contribuisce generosamente alle attività dello European Jewish Fund. Se qualcuno teme le intercettazioni telefoniche, qui può sbizzarrirsi con le ipotesi, tra il Cremlino, l’alta finanza, i servizi segreti di Israele e chissà che altro.

Resta comunque il fatto che l’Alfa Group è un gruppo finanziario e industriale di livello internazionale, dinamico e di successo. E che Fridman, come tanti altri “oligarchi”, l’ha diretto e lo dirige con abilità e capacità. Avranno costruito le loro fortune con la complicità di Eltsin ma le hanno fatte funzionare, le hanno moltiplicate e, certo, sono risultati imprenditori assai più capaci dei “direttori rossi” di sovietica memoria. Io sono cliente Wind e non mi posso lamentare. Credo che con Fridman mi lamenterò anche meno.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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