L’anno scorso, proprio in questi giorni, quattro operai e un sindacalista della Innse, un’azienda metalmeccanica di Milano, salirono su un carro ponte per protestare contro la chiusura dell’azienda, e là rimasero per dieci giorni. Oggi la Innse, nel frattempo rilevata dall’imprenditore Attilio Camozzi, funziona quasi a pieno ritmo (60 operai al lavoro, tra i quali 10 neo-assunti, e 5 impiegati ancora in cassa integrazione) e ha buone prospettive di sviluppo. Certo, avere un “padrone” che sa fare il proprio lavoro e ha buone idee è importante, anzi decisivo. Se non ci fossero stati quei cinque, però, l’azienda avrebbe chiuso nel disinteresse di tutti, per primi noi dei mezzi di comunicazione, e anche Camozzi, forse, non si sarebbe fatto avanti. Non funziona sempre, però anche l’attaccamento dal basso al proprio lavoro e alla propria fabbrica andrebbe ogni tanto premiato.