LETTERA APERTA ALL’ELETTORE MODERATO

      Caro elettore moderato, forse non lo sai ma ci incontriamo spesso. Sei l’inquilina
della porta accanto, l’automobilista che sbadiglia a un metro da me nel traffico del mattino, l’amico con cui gioco a calcetto da anni e che l’ultima volta ha votato “di là” mentre io votavo “di qua”. Sei il fidanzato di mia figlia, che sogna un avvenire nelle professioni, ma sei anche mia figlia, che studia e lavora, ama l’arte e gli artisti e metterebbe al bando Suv e giacche a doppio petto.
      A furia di osservarti mi sono fatto un’idea. Questa: ci somigliamo molto. Entrambi sogniamo un’Italia ordinata ed efficiente, all’altezza di sé stessa e del proprio passato. Quando un giovane italiano si fa onore altrove, leggiamo con fastidio la solita intervista sul fatto che purtroppo i baroni brigavano, la borsa di studio non arrivava, il laboratorio non funzionava… E non ci vergogniamo a mettere tra le cose da fare la lotta agli sprechi e ai fannulloni, ospedali puliti e treni in orario, strade sicure e servizi puntuali.
     Ci piacerebbe, però, anche vivere in un Paese più sereno e più giusto, anzi: più sereno perché più giusto. Dove il privilegio non sia tutto e l’iniziativa del singolo venga premiata perché vale. Dove il cittadino sia rispettato come tale, a prescindere. Dove tutti paghino le tasse che servono e non tocchi ai piccoli finanziare l’evasione dei grandi. Stadi frequentabili anche dalle famiglie, musei aperti a Ferragosto, uffici pubblici in cui si riesca persino a sorridere. Interventi sui bisogni sociali senza arrivare all’emergenza. Un senso di comunità che resista alle diverse scelte elettorali. In fondo, solo un po’ più di ciò che abbiamo già. Se no, come farebbe a stare ancora insieme questo nostro bellissimo e complicato Paese?
      Devo però anche dirti, caro amico moderato, che quanto vedo intorno mi riempie di dubbi. Moderato non vuol dire “sciocco”. Ma non cominci ad avere anche tu la sensazione che noi mettiamo la passione civile e qualcun altro la furbizia? Noi il gusto per il lavoro ben fatto e altri il “tanto peggio tanto meglio”? L’Ufficio contro la discriminazione razziale della Presidenza del Consiglio ha raccolto, nei primi nove mesi dell’anno, 247 casi di deriva xenofoba, il che farà del 2008 un anno record. La punta di un iceberg che nella vita quotidiana è fatto di molti più episodi, non denunciati né registrati. Hai visto che cos’è successo alle elezioni della provincia di Bolzano? Per carità, ogni voto democratico è anche legittimo. Ma che mi dici di una Provincia che può spendere 5 miliardi e mezzo di italianissimi euro per 500 mila abitanti e poi, al voto, premia slogan come “Via da Roma” e “Il Sudtirolo ti appartiene”? Mi preoccupa quella quota di italiani (dicono anche il 40%) che sarebbe favorevole all’indipendenza del Sudtirolo, proprio quando la crisi economica mondiale ha spazzato via i sogni di chi credeva di poter fare da solo. È questo il  federalismo solidale prossimo venturo?
     E delle spranghe avvolte nel tricolore in piazza Navona, a Roma, che mi dici? È lì che dobbiamo finire, tra chi invoca il manganello dei celerini (e ci dicesse almeno quali problemi politici sono mai stati risolti per questa via) e chi si esalta alla vista dei cortei e delle scuole occupate, dove però sfilano e occupano solo i figli altrui? Amico mio, questo è un momento in cui testa e coscienza servono assai più di viscere e grinta. E se non fosse così, perché ci chiamerebbero moderati? Abbiamo una consolazione e una responsabilità: in Italia, e non solo qui, le rivoluzioni utili e durature le abbiamo fatte noi. Con un po’ di testa, appunto, e tanta coscienza.

Pubblicato su Famiglia Cristiana n.45 del 2008

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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