NOTIZIONA: IL MINISTRO HA SCOPERTO CHE IN CAMPANIA C’E’ IL CRIMINE

      Leggo sui giornali di questi giorni interviste abbastanza genuflesse ad autorevoli ministri (Ignazio La Russa, per non far nomi) che si lasciano andare ad affermazioni (non contestate né verificate, appunto) di questo genere: “Nelle zone dove sono stati schierati i soldati, non dico le città, ma le aree dove ci sono i pattugliamenti, in questi due mesi i reati sono calati del 50%”. Bum! Ri-bum! Siate sinceri: vi pare possibile? Avete la sensazione, voi fortunati che vivete in “aree” pattugliate dai soldati (quindi non quelli come me, che di soldati non ne hanno visto manco uno anche se vivo alle porte di Milano) che la criminalità sia calata della metà?
      Mi piacerebbe molto che il Governo producesse le statistiche, i casi concreti, i fatti che giustificano certe affermazioni. Nel frattempo, mi limito a far notare un precedente: nel 1990 fu varata l’operazione “Vespri siciliani”, che prevedeva il dispiegamento di 20 mila soldati nella sola Sicilia. Vi risulta che nell’isola la criminalità sia calata non dico del 50%, come da velina ministeriale, ma del 20%? O del 25%? Bene. Pensate allora voi come può essere che spedendo 3 mila soldati a pattugliare le piazze di tutta Italia si sia potuto ottenere in tale miracolo. A meno che per “aree” non s’intenda, che so, la via Giuseppe Verdi di Brescia e la piazza del Plebiscito a Benevento (ammesso che esistano), cioè campioni così limitati da non avere alcun rilievo statistico.
       Dev’essere forse grazie allo spettacolare miglioramento che abbiamo la gente che si ammazza a bastonate in un quartiere centrale di Milano e una strage di livello talebano (7 morti) a Castelvolturno, nonché rivolte urbane qua e là. Il che ci porta alla straordinaria saga del ministro Maroni. In campagna elettorale, fedele all’impostazione della Lega, si è dato un gran daffare per spaventare gli italiani, per convincerli che il crimine stava prevalendo (nonostante che tutte le rilevazioni, comprese quelle del Censis, dicano il contrario), che le ronde padane o comunali (a proposito, che fine hanno fatto?) erano indispensabili per sopravvivere.
Una volta diventato ministro degli Interni, che fa? Lancia l’emergenza Rom. Vi ricordate? Non si poteva più campare se non si prendevano le impronte ai Rom, qui e subito, a tutti, e chi non voleva doveva andarsene, e chi non era d’accordo era un cretino. Naturalmente l’iniziativa si è sgonfiata, da quella sciocchezza propagandistica che era, ma non prima di averci fatto fare una figuraccia in Europa e, cosa ancor più importante, non prima che la camorra vi mettesse mano, organizzando spedizioni punitive e bruciando i campi nomadi a Ponticelli.
Uno si aspetterebbe un’iniziativa speciale per la Campania. No, dobbiamo discutere dei Rom. In compenso, quando gli ultras del Napoli si impadroniscono di un treno per andare al Roma a vedere la partita, la polizia si premura di accompagnarli non in cella ma allo stadio, dove non succede un macello solo per bontà loro, degli ultras, già soddisfatti per la gita gratuita. Infine, gli unici due finiti in manette se la cavano con una condannuccia da burla.
      Ma non basta. Perché mentre i sindaci sono finalmente liberi di dare la multa alle prostitute e ai loro clienti, succede quel che succede a Milano e a Castelvolturno. Qui, i killer del cosiddetto “clan dei casalesi” fanno secche 7 persone in un colpo solo.  Che fossero immigrati non è decisivo, e vi spiego perché. I miei suoceri, che sono di Napoli, hanno da tantissimi anni una casetta sul litorale domizio, poco a Nord di Castelvoturno. Per anni ho frequentato d’estate quelle coste, ho percorso infinite volte la statale Domitiana. E sempre, sempre, sempre ho sentito parlare dei clan, delle delinquenza, del pizzo, dello sfruttamento degli immigrati, del caporalato, della prostituzione delle nigeriane, del racket della mozzarella e del pomodoro, e così via.
A quanto pare, il buon Maroni, che già fu ministro degli Interni (e vice-presidente del Consiglio) nel primo Governo Berlusconi (1994), non ha mai sentito parlare di queste cose. E non ha mai sentito parlare di Gomorra, il libro di Roberto Saviano dedicato appunto a quei fenomeni, un clamoroso successo editoriale che tiene banco da due anni e da cui è stato tratto anche un film di notevole risalto.
        Nulla. Niente di quanto gli italiani apprendono dai giornali dev’essere mai arrivato al ministero. E infatti, dopo la strage di Castelvoturno, il ministro Maroni che fa? Manda 400 agenti di polizia in quella Campania devastata dal crimine di cui ha, finalmente, avuto notizia. E tanto per cambiare, chiede di impiegare l’esercito in tutta Italia, come se, per dire, Borghetto Santo Spirito e Afragola fossero assimilabili, Terni e Gela identificabili sotto un’unica etichetta criminale.
         Proprio in questi giorni Giuseppe Roma, direttore generale della Fondazione Censis, presenta al World Social Summit i risultati di una ricerca condotta in dieci metropoli come Roma, New York, Bombay, Londra, Parigi, Il Cairo, San Paolo (Brasile), Mosca, Pechino e Tokio. Un risultato emerge inequivocabile: i più spaventati e timorosi di tutti sono i cittadini di Roma. Vi rendete conto? Più paura a Roma che al Cairo o a Bombay. Pensate che cosa sarebbe della psiche dei romani se l’11 settembre 2001 gli aerei fossero precipitati sul Colosseo e su Palazzo Madama.
    In Italia, sul fronte dell’ordine pubblico, c’è una sola, vera emergenza: la paura della gente. E non ci aiuta il dilettantismo di quei politici che pensano di governare spaventando la gente per presentarsi, poi, come sceriffi e giustizieri. Senza saper fare né l’una né l’altra cosa.
     
http://www.worldsocialsummit.org/summit.htm
    

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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