I CRISTIANI E L’OFFENSIVA DI HEZBOLLAH

“I cristiani e il Medio Oriente – La grande fuga”, Edizioni San Paolo, pagine 235, euro 15

Di questo libro, che ho scritto io e che tratta dell’Iraq, del Libano e della Palestina, vi presento un estratto che, se avete un poco seguito l’attualità di questi giorni, vi sembrerà interessante. E’ un brano dell’intervista a padre Samir Khalil Samir, gesuita egiziano che da molti anni vive e studia e insegna e scrive a Beirut, presso l’Università Saint Jospeh. E’ un poliglotta dalla cultura enciclopedica, editore di riviste e fondatore, tra l’altro, del Centro di Documentazione e di Ricerche Arabo-Cristiane (Cedrac). L’offensiva di Hezbollah e gli accordi che ne sono seguiti rischiano di modificare per sempre l’assetto istituzionale del Libano. Ecco che cosa pensa in proposito padre Samir Khalil Samir.

– Il confessionalismo: molti oggi ne parlano come della maledizione del Libano. Lei è d’accordo?
“La realtà confessionale è inerente al Paese, alla sua storia. In teoria tutti sono d’accordo per superarlo, anche negli accordi di Ta’ef del 1989 è detto che il confessionalismo va abolito. Ma come si può- abolirlo di diritto se prima non viene abolito nella mentalità della gente? Facciamo un esempio: si aboliscono le votazioni per confessione e si fa come in europa, si vota, punto e basta. In pratica il voto andrà a favore della comunità numericamente più forte, perché nessuno sciita voterà per un sannita, anche se questi fosse la persone più adatta per l’incarico. Se si abolisce il confessionalismo politico senza superare il confessionalismo culturale, l’unico effetto è quello di perdere l’equilibrio. In termini più concreti: superarlo a quel modo gioca in primo luogo contro i cristiani e poi anche contro i sanniti e i drusi, dunque a favore della comunità numericamente in crescita, cioè gli sciiti. I rischi sono notevoli: se si perde l’equilibrio, la prospettiva diventa quella di una serie di monopoli a sfondo confessionale”.
– Dunque il rischio è che il superamento del sistema politico a base confessionale avvenga proprio quando sono i cristiani a rimetterci di più.
“Eh, sì. come sta succedendo in Iraq. Gli Stati Uniti, purtroppo, per ignoranza hanno resuscitato il confessionalismo che la dittatura di Saddam Hussein aveva tenuto a bada. si stanno creando tre mini-Stati, uno sannita, uno sciita e uno curdo. I cristiani, sparsi in tutto il Paese, rischiano così di sparire”.
– E’ realistico pensare che gli sciiti libanesi, forti del numero, cercheranno di cambiare a proprio favore il sistema politico? Molti temono uno Stato islamicio di stampo khomeinista…
“Non necessariamente. L’idea dello Stato islamico, viva tra gli sciiti negli anni Settanta e Ottanta, oggi è in pieno ripiego. La tendenza, anzi, è di dire che proprio non lo vogliono. Per gli sciiti i veri nemici sono i sunniti, ecco perché manifestano per i cristiani un interesse che qualche volta si tinge di simpatia e complicità. Io posso dire con certezza che lo sciita è molto più aperto del sunnita. Non credo, quindi, che gli sciiti vogliano monopolizzare il sistema. Ma che vogliano cambiarlo per avere di più, questo è sicuro”.

Per il Centro di Documentazione e Ricerche Arabo-Cristiane http://www.cedrac.usj.edu.lb

Per l’Università Saint Joseph http://www.usj.edu.lb

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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