EBREI, MUSULMANI, ROM…

    Nel 2004 Adriana Goldstaub scrisse per il Centro di Documentazione Ebraica Contemporanea di Milano un’interessante analisi dei risultati di un’indagine svolta dall’Istituto per la Pubblica Opinione in 9 Paesi europei (Francia, Germania, Italia, Spagna, Inghilterra, Olanda, Belgio, Lussemburgo e Austria) sulla mentalità antisemita.

I risultati riguardano atteggiamenti registrati nel 2002-2003. In base a un complesso algoritmo, nei nove Paesi veniva calcolato un tasso medio di antisemitismo del 15%. La Goldstaub, poi, esaminava l’ostilità verso gli ebrei prodotta “da sinistra” (e spesso mascherata da solidarietà verso i palestinesi) e “da destra”. Si può discutere a lungo se l’antisionismo possa essere equiparato all’antisemitismo, e quando. Ma il punto più interessante della ricerca stava, secondo me, in questa affermazione: “Gli ebrei non mi sono simpatici e non mi ispirano fiducia”. Niente di drammatico, solo un quieto, ordinario, mediocre (e proprio per questo pericoloso) atteggiamento razzista che, in Europa, era condiviso dal 9% degli interrogati.

     Domanda: non è quanto diremmo oggi, in Italia, dei rom? Intendiamoci: il problema dei rom è reale e serio, se non altro perché riguarda circa 160 mila persone che per il 30% sono rumene di nascita e per il 60% abituate a vivere in modo nomade o seminomade, quindi difficilmente integrabili in qualunque società stanziale. Il problema è grave anche perché la classe politica italiana è come al solito miope e impreparata a tutto: l’ingresso nell’Unione Europea della Romania (e della Bulgaria, con un unico trattato) fu approvato nel 2005 quando governava Berlusconi e realizzato nel 2007 quando governava Prodi.

    Ma da un problema serio siamo arrivati alle molotov contro i rom a Novara e agli assalti armati, e diretti dalla camorra, di Napoli. Nel frattempo, molti partiti (soprattutto quelli di centrodestra, accompagnati però da una valanga di imitatori di centrosinistra) hanno costruito intere campagne elettorali sulla paura del diverso, dell’immigrato, dello straniero. Ce li siamo dimenticati i manifesti elettorali della Lega, quelli con gli indiani d’America sterminati perché non si erano opposti all’immigrazione?

     Che cosa c’entra tutto questo con la Goldstaub? C’entra, eccome. Perché tutte le ricerche sull’antisemitismo in Europa (per esempio, il rapporto annuale dell’organizzazione inglese Human Rights First) segnalano che gli episodi di violenza contro gli ebrei sono aumentati dal 2000 a oggi. E gli aumenti più vistosi si sono avuti proprio nei Paesi dove più forte è stata, in questi anni, l’ondata di rancore e di paura verso i musulmani.

     La morale è questa: quando si comincia a prendere di mira i gruppi, le comunità, e non più gli individui che delinquono, diventa assai difficile darsi (e dare) dei limiti. E’ come una valanga: parte piccola, magari solo con gli albanesi, poi coinvolge gli ebrei, i musulmani, i rom, e intanto cresce, prende velocità, travolge tutto. Gli apprendisti stregoni li conosciamo. Piantiamola di dar loro retta.

http://www.humanrightsfirst.org

Per il Centro di Documentazione Ebraica    http://www.cdec.it

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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