I MISSILI RUSSI, CHE PALLE!

    Scusate, non mi viene altro: che palle! E che strazio il conformismo di noi giornalisti. Succede che il 9 maggio sia la Festa della Vittoria per la Russia, che peraltro alla vittoria sui nazisti e sui fascisti sacrificò 10 milioni di vite (senza contare i molti altri milioni fatti uccidere da Stalin in quegli anni). Sfilano sulla Piazza Rossa anche i missili nucleari e giù tutti a scrivere di questa Russia minacciosa, che dal 1991 non esibiva le armi strategiche in pubblico.

    Intanto vorrei esibire io un ricordo personale: alla sfilata del 1991 (oltre che del 1992, 1993, 1994 e 1995) ho assistito anch’io, di persona a Mosca, e ricordo benissimo che venivano fatti gli stessi discorsi. Ricordo in particolare un anno (credo fosse il 1993) in cui la sfilata fu una vera festa di piazza, con bambini, palloncini, bottiglie di birra e di vodka e pacche sulle spalle. Ma bastò che a sera un tg nazionale strillasse quattro scemenze sulla nuova aggressività russa e tutti corsero disciplinati a riscrivere pezzi che avevano ben altro tenore.

    A parte questo, diamo un’occhiatina intorno. La Nato, su iniziativa degli Usa, sta costruendo lo scudo spaziale in Polonia e Repubblica Ceca. La motivazione ufficiale è proteggere noi poveri europei da quei cattivoni dell’Iran che, non si sa bene perché, un giorno potrebbero volerci bombardare. Anche le pietre capiscono che il super-radar previsto dallo scudo serve soprattutto per spiare la Russia, arsenali, giacimenti di petrolio e gasdotti compresi, ma questo non si può dire, è lesa maestà. Così come desta sorpresa o indignazione il fatto che i russi se la prendano e facciano la faccia feroce.

    Inoltre: da cinque anni è in corso una guerra disastrosa in Iraq. Con l’Iran si discute di bombe atomiche e di interventi militari, le une e gli altri veri o presunti. Il Libano è sempre sull’orlo della guerra civile. Gaza può esplodere. L’Afghanistan è in bilico tra democrazia e signori della guerra e nel frattempo fornisce oppio al mondo intero. Metà dell’Africa è un groviglio di guerriglie e scontri tribali. E da otto anni gli Usa, che già prima erano la massima potenza militare, conducono una massiccia politica di riarmo, per non parlare del corredo di campi di concentramento, torture legalizzate, rapimenti, spionaggio. E la Russia, secondo fornitore mondiale di petrolio e primo per il gas, dovrebbe stare a guardare? E noi giornalisti stiamo qui a pubblicare paginate sui missili russi che prendono il sole sulla Piazza Rossa?  

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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