FESSERIA PIU’, FESSERIA MENO…

    Per fortuna non solo la politica italiana ma anche il panorama internazionale offre infinite ragioni per concludere, come facevano i nostri nonni, che la mamma degli idioti è sempre incinta. Ecco la mia personalissima graduatoria delle peggio sciocchezze degli ultimi tempi.

1.       La classifica di Time dei 100 leader più influenti del mondo. Ci sono Kakà, Mariah Carey e i Radiohead, tra gli altri, ma non c’è papa Benedetto XVI. Ancor più terribile della classifica, però, è la massa di commenti (perplessi, indignati, qualcuno proprio sconvolto) che i giornali hanno raccolto per dire che la classifica è una porcheria. Ma va’? Ma dai? Ma questi intellettuali non hanno niente di meglio da fare? E trovare il Papa con Mariah Carey (e se è per questo, anche con quel presidente guerrafondaio e fallito di Gorge Bush) li avrebbe invece soddisfatti?

2.       Bruciare in piazza le bandiere di Israele. Qui c’è proprio poco da dire: come si fa a essere trogloditi fino a questo punto? E poi, perché proprio quelle di Israele, con tutto quel che succede nel mondo? Perché, per esempio, non bruciare le bandiere del Sudan? Sudan, sapete, quel Governo che un po’ permette e un po’ organizza i massacri in Darfur, con milioni di morti in vent’anni?

3.       Discutere di Israele come lo si fa in Italia. Tutto ridotto a: questo è per Israele, quello è contro Israele. Vorrei intanto sapere chi, in Italia, è “contro” Israele. Certo non quelli che votano per il centro-destra. Dal centro alla sinistra estrema, chi? I bruciatori di bandiere, d’accordo. Un po’ della sinistra Arcobaleno, ok. Non quelli del Partito Democratico.  Quanto fa, in tutto? Il 3% degli italiani? Vogliamo esagerare, il 5%? Alla fin fine, potrebbe risultare che ci sono più anti-israeliani in Israele che in Italia.

4.       Sostituire via Tolstoj con via John Lennon in Ucraina. Conosco abbastanza bene l’Ucraina, l’ho girata da Dnepropetrovsk a Lviv passando per Kiev e il suo stupendo Monastero delle Grotte. Ma questa storia di cambiare i nomi alle strade per fare dispetto alla Russia e baciare i piedi agli Usa è da record europeo della fesseria. C’era via Pushkin, è diventata via Abramo Lincoln. Direbbe Totò: ma mi faccia il piacere!

5.       Criticare la nomina a ministro di Calderoli. Non perché l’esponente leghista non abbia fatto il possibile, in passato, per far fare al nostro Paese una figura da cioccolatai. Ma possiamo farci criticare da un Paese come la Libia? Una tirannide familiare che ha maneggiato con il terrorismo, che incamera i proventi del petrolio mentre l’economia nazionale stenta a decollare, che fa sparare sulla minima manifestazione di protesta? Comunque ce lo meritiamo. E’ bastato che Gheddafi dicesse “non lo faccio più” a proposito delle bombe sugli aerei, e facesse balenare qualche concessione petrolifera agli occhi di europei e americani, e giù tutti a lodarlo, a gridare alla conversione democratica, a dire che la Libia era ormai un Paese normale. Eccolo lì.  

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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