Quanti politici avete sentito pontificare sulla solidarietà ai cristiani dell’Iraq? Quanti si sono strappati i capelli di fronte a quella che, con leggerezza pari solo alla scarsità di cognizione di causa, chiamano “persecuzione islamica”? Non riuscite a contarli, vero? Bene: adesso ce n’è uno del quale vale la pena parlare, uno che ha deposto gli attrezzi retorici e avanzato una proposta concreta.
Sto parlando di Wolgang Schauble, ministro degli Interni della Germania, leader della Cdu (Unione democratico-cristiana) bavarese. Schauble ha espresso in poche parole la più semplice e definitiva delle soluzioni: bisogna lasciar entrare in Europa i cristiani che fuggono dall’Iraq. Lo ha detto per la Germania (incontrerà presto i ministri degli Interni dei diversi laender, proprio per varare un piano nazionale di accoglienza) e lo ha ribadito per l’Unione Europea: “Ho in programma anche degli incontri con i ministri dei Paesi Ue per offrire un aiuto concreto ai profughi cristiani iracheni”.
Vale la pena di ricordare, almeno a grandi linee, la dimensione del problema: secondo l’Unhcr sono già fuggiti all’estero 4,2 milioni di iracheni (il 18% circa della popolazione totale), dei quali più di 300 mila sono cristiani. Un numero enorme se consideriamo che prima della guerra i cristiani iracheni erano circa 800 mila. I cristiani non sono l’unica minoranza aggredita in Iraq dalle violenze a carattere etnico e religioso: ricordiamo, per esempio, che gli yazidi sono stati colpiti nel 2006 dalla più terrificante strage (oltre 500 morti in un attentato nei pressi di Mosul) dopo quella delle Torri Gemelle. Sono, però, quella più indifesa rispetto al numero e alla presenza storica in Iraq, che risale ai primi decenni dopo la morte di Cristo.
http://www.unhcr.it (per i dati sui rifugiati)
http://www.baghdadhope.blogspot.com (per i cristiani iracheni)