LA BANCA D’ITALIA A SIENA NON C’E’

Giuseppe Mussari, ex guida del Monte dei Paschi di Siena ed ex presidente dell'Abi.

A dispetto degli scandali del Monte dei Paschi di Siena, mi chiedo che cos’abbiano nella zucca gli italiani, a quanto pare sempre più numerosi anche nei partiti, che parlano delle banche come di un corpo estraneo alla società, dei visitors arrivati da qualche lontano pianeta per sterminare la popolazione della Terra. A sentirli, quelli di destra come quelli di sinistra, il salvataggio delle banche sarebbe un attentato contro l’umanità. Devo essere uno dei pochi ad avere i risparmi su un conto corrente, a conoscere qualcuno che ha il mutuo, ad aver sentito parlare di fidi e finanziamenti.

Giuseppe Mussari, ex guida del Monte dei Paschi di Siena ed ex presidente dell'Abi.

Qualcuno ha ancora sufficiente cervello per capire che, se domani fallisse il Monte dei Paschi, andrebbe in bancarotta l’intera città di Siena? Migliaia di famiglie, attività commerciali, piccole e medie imprese? Detto questo, la vicenda della banca toscana è terribile, come lo furono a suo tempo gli imbrogli del Banco Ambrosiano, Bnl-Unipol e della Banca Popolare di Lodi. Ed è terribile da molti punti di vista: sono questi i grandi maghi della finanza? Manager che comprano un’altra banca (Antonveneta) a un prezzo spropositato, poi fanno debiti per coprire l’errore, poi fanno altri debiti per coprire i debiti e alla fine chiedono un prestito (a questo punto, con ogni probabilità, a fondo perduto) di 3,9 miliardi allo Stato? Sono questi i personaggi che l’Associazione bancaria italiana sceglie per farsi rappresentare e che molla solo quando lo scandalo è conclamato?

Ma la domanda che più mi tormenta è: che faceva, dov’era, a che pensava la Banca d’Italia? Voglio dire: è l’istituto che dovrebbe vigilare sulla correttezza delle operazioni finanziarie, o no? Per il momento la Banca d’Italia ha reagito con un comunicato in cui si dice che “la vera natura di alcune operazioni riguardanti il Monte dei Paschi di Siena riportate dalla stampa è emersa solo di recente, a seguito del rinvenimento di documenti tenuti celati all’autorità di vigilanza e portati alla luce dalla nuova dirigenza di Monte Paschi”. Riportate dalla stampa? Emersa solo di recente? Ma figuriamoci, sono mesi che si dibatte sulle operazioni folli della vecchia dirigenza del Monte dei Paschi. E poi: è così facile spostare miliardi di qua e di là, accumulare debiti colossali? Basta nascondere qualche documento e alla Banca d’Italia già non capiscono più nulla?

Certo, per i dirigenti della Banca d’Italia dev’essere stato assai più facile farsi applaudire dalla finanza laica con l’intervento contro il Vaticano, che si è visto bloccare tutti i bancomat e pagamento elettronici dal 1° gennaio, provvedimento che ha permesso alle finte vestali della moralità nazionale di arzigogolare sulle finanze vaticane per alludere a inesistenti maneggi. La cosa è in realtà molto semplice:

1. i bancomat e i Pos della Città del Vaticano girano sui conti Deutsche Bank Italia;

2. questa, pur essendo di “madre” tedesca, è a tutti gli effetti una banca di diritto italiano, quindi risponde alla Banca d’Italia;

3. nel 1997 Deutsche Bank Italia ha installato i suoi Pos in Vaticano senza chiedere l’autorizzazione della Banca d’Italia; quando l’ha fatto, nel 2012, chiedendo la sanatoria per il passato, ha ricevuto un rifiuto.

Dei veri duri alla Banca d’Italia. Per non sbagliare, e per raccogliere gli applausi di Repubblica, questi duri hanno anche emesso una nota per dire che il Vaticano non ha “il riconoscimento europeo di equivalenza antiriciclaggio”. Come dire: mica ci possiamo fidare… Nessuno deve avergli segnalato quanto la stampa, intanto, pubblicava sul conto di Mussari e del “suo” Monte dei Paschi di Siena: loro di Mussari si fidavano, eccome. E nessuno doveva avergli detto che il Vaticano ha adottato una legge anti-riciclaggio che è, in pratica, la copia conforme di quella vigente in Italia; e che in luglio Moneyval, l’istituto del Consiglio d’Europa che valuta la corrispondenza alle regole europee e americane delle normative anti-riciclaggio dei diversi Stati, ha fatto superare al Vaticano il terzo step del suo processo di valutazione, smarcando in modo positivo 9 punti su 16. Ma per agire contro lo “Stato canaglia” d’Oltretevere la Banca d’Italia i motivi li ha trovati, mentre per andare a frugare tra le carte e i debiti di Mussari il tempo non bastava mai.

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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