DONNE, L’OSTAGGIO POLITICO DI ERDOGAN

donneIstanbul, una protesta di donne turche dopo un femminicidio.
Recep Tayyip Erdogan ha ritirato la Turchia dalla cosiddetta Convenzione di Istanbul, ovvero dal Trattato firmato nel 2011 dai Paesi del Consiglio d’Europa, e proprio nella città turca, per creare uno strumento internazionale di protezione delle donne dalla violenza domestica e di genere. Ed è una gran brutta notizia. Lo è per le donne turche, in primo luogo. Secondo i più recenti studi, almeno il 50% di loro ha sofferto violenze fisiche o sessuali dai propri mariti o compagni. E nel 2019 ci sono stati 479 femminicidi nel Paese, il dato più alto in coda a un decennio in cui i delitti di quello stampo sono aumentati di anno in anno. Facile immaginare che la decisione di Erdogan peggiorerà la situazione, dando invece soddisfazione agli ambienti che accusavano la Convenzione di favorire la disgregazione delle famiglie e diffondere un’inaccettabile tolleranza verso le minoranze gay e Lgbt.

Ed è da notare il fatto che il Rais ha voluto mobilitare anche associazioni femminili islamiche come Kadem. La vicepresidente, Sayyem Erdogan, figlia del Rais, l’anno scorso aveva elogiato la Convenzione. Ora la definisce superata e «fonte di tensioni sociali». Una decisione come questa, che va contro le donne turche e incentiva lo sciovinismo degli ambienti islamici più retrivi, va anche contro tutte le donne del Medio Oriente, che spesso hanno guardato alla Turchia come a uno spiraglio in più di libertà e parità. Ma questa non è più la Turchia del primo Erdogan, che stava in equilibrio tra l’ispirazione laica kemalista e la realtà di un Paese con radici islamiche profondissime. E che, anzi, nel ribollente magma politico-religioso del Medio Oriente, sembrava degno della patente del moderato.

Oggi Erdogan è un leader che ha accumulato potere sollecitando gli spiriti del nazionalismo a sfondo religioso. Un presidente che ha provato ad allargare la propria sfera d’influenza quasi in ogni direzione (l’ultima quella del Caucaso attraverso l’Azerbaigian in guerra con l’Armenia ma prima ancora la Libia, il Mediterraneo, la Siria…), mentre intanto metteva a dura prova la solidità economica del proprio Paese. Il combinato disposto di conservatorismo religioso, espansionismo anche militare e crisi finanziaria si è rivelato una strada senza ritorno. Ha allontanato l’elettorato delle grandi città, tanto che Istanbul e la capitale Ankara sono dal 2019 governate da sindaci del Partito repubblicano del popolo, cioè dall’opposizione. E quindi spinge il Rais sempre più verso l’elettorato tradizionalista e conservatore della grande provincia turca.

L’uscita dalla Convenzione di Istanbul, quindi, ha anche un valore politico. Scopre la strategia con cui Erdogan vuole preparare le prossime elezioni. Se fossero tenute alla naturale scadenza, cioè nel 2023, cadrebbero nel centenario della fondazione della Repubblica da parte di Kemal Ataturk. Ma nel 2018 si votò per le presidenziali e per le politiche insieme ed Erdogan potrebbe essere tentato di andare a elezioni politiche anticipate per prendere in contropiede i rivali, stoppare i nuovi partiti e conservare la maggioranza in Parlamento. E di farlo solleticando gli umori più retrivi del Paese. Con decisioni, appunto, come il ritiro dalla Convenzione che ebbe come primo firmatario, alla nascita, proprio Erdogan.

Pubblicato sull’Eco di Bergamo del 21 marzo 2021

 

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Altri articoli sul tema

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top