CHE AFA NELL’INVERNO DEL 2010!

Sorpresa: il 2010 è stato, insieme con il 2005, l’anno più caldo degli ultimi 131 anni, da quando cioè esiste un registro strumentale delle temperature. Il terzo anno più caldo è stato il 2009 e il quarto, guarda un po’, il 2007. Come la mettiamo, dunque, con coloro che ancora sostengono che il riscaldamento globale del pianeta è una favola o, al meglio, un’esagerazione?

A volersi ulteriormente preoccupare, potremmo citare un altro dei dati forniti dal Goddard Institute for Space Studies, uno dei centri di ricerca della Nasa: la temperatura media sul pianeta è cresciuta di 0,36 gradi Farenheit (più o meno 0,10 gradi centigradi) per decennio a

La progressione della temperatura media sulla Terra secondo i principali centri di ricerca mondiali: i risultati coincidono.

La progressione della temperatura media sulla Terra secondo i principali centri di ricerca mondiali: i risultati coincidono quasi perfettamente.

partire dagli anni Settanta. Un dato che quasi  coincide con quelli registrati da altri due importanti centri per lo studio delle temperature: il Met Office Hadley Centre (Gran Bretagna) e il National Climatic Data Center del Governo americano.   “E’ interessante notare”, ha aggiunto James Hansen, direttore del Goddard, “che il 2010 è stato caldo nonostante due eventi atmosferici che avrebbero dovuto produrre l’effetto opposto: una scarsa attività solare e un biennio di attività monsonica con El Nino e poi La Nina”.

La Nasa, per compilare le proprie statistiche sul clima, si serve di una rete di oltre mille stazioni meteorologiche sparse per il mondo, oltre a satelliti e a centri d’osservazione basati nell’Artartico. Più un mare di computer, ovviamente. Da scienziati seri, quelli del Goddard sottolineano che i dati anno per anno non significano quasi nulla, mentre cominciano a essere importanti quelli del decennio. Ops, forse non dovevo dirlo: il decennio che si è chiuso il 31 dicembre 2009 è stato il più caldo da quando si è cominciato a tenere d’occhio le temperature in modo scientifico, cioè dal 1880. E questo anche se il ritmo d’innalzamento della temperatura media proprio in quel decennio ha rallentato la propria andatura.

Gli stessi eventi naturali possono influenzare le temperature in un senso o nell’altro, senza per questo mutare la tendenza generale. Nel 1991 l’eruzione del vulcano Pinatubo (situato presso l’isola di Luzon, nelle Filippine) proiettò nell’atmosfera una massa tale di polveri da schermare la luce del sole e far calare il riscaldamento del pianeta. Nel 1998 ebbe l’effetto esattamente opposto: scaldò le acque degli oceani e ci diede uno degli anni più caldi di sempre. Su una cosa si può star sicuri: la tendenza è verso il caldo. “E se non riusciremo a ridurre le nostre emissioni a effetto serra”, ha commentato Hansen, “le speranze di invertirla non sono molte”.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, a me pare che non tanto i dati siano contestabili sul riscaldamento globale, quanto l’uso, la spiegazione e le prospettive che se ne danno, tutta roba assai ideologica. Uno che se intende, il prof. Franco Prodi , usa molta più cautela e confessa umilmente (lui che studia il clima da una vita) che ne sappiamo troppo poco per essere in grado di determinare politiche planetarie (come quella delle riduzioni della CO2), che la scienza è molto lontana dall’avere capito tutto del clima, e soprattutto che è presuntuoso aver stabilito che tutto ciò che accade al clima abbia origine antropica: troppi i fattori in ballo per costruire un modello di spiegazioni e di previsioni credibile.
    Tutto il contrario insomma della sicumera dei climatologi catastrofisti e della relativa vulgata mediatica di cui non se ne può più.
    D’altronde ricorderai anche tu lo scandalo dei dati truccati sul clima, rivelato dall’intercettazione di sms tra scienziati che si mettevano d’accordo così per sostenere le loro tesi.
    A chi deve credere l’uomo della strada? Io mi butto e tifo per la buonafede e la prudenza di Prodi, il quale tra l’altro ha ricordato che a forza di interessarsi solo del clima, si dimentica l’ambiente e l’ecologia.
    E poi, qui nevica che Dio la manda, ha già nevicato a novembre, poi prima di Natale, come gà lo scorso anno. E non succedeva da anni…

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    l’osservazione empirica del clima (mia e tu, intendo) ha valore zero. A Milano abbiamo avuto una settimana di nebbia come non si vedeva da molti anni, ma chissà che vuol dire… Sono d’accordo con te, invece, sul fatto che il male maggiore sia l’ideologizzazione dei datiscientifici. Forse è inevitabile, ci sono comunque interessi enormi in gioco, però alla fin fine il risultato è che non ci si capisce più nulla.
    Sulla famosa questione “antropica” credo di avere una posizione più laica della tua. In questo senso: credo che se tu in una stanza metti prima 2 persone, poi 3, poi 5, poi10, è abbastanza inevitabile che le condizioni cambino. Senza fanatismi ma la Terra è un ambiente chiuso e la popolazione mondiale, con tutte le sue esigenze, cresce… Inoltre, il fattore antropico è l’unico su cui possiamo agire, giusto? Mica possiamo intervenire sulle machie solari.
    Ciao, a presto

    Fulvio

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