GIOVANI ARTIGIANI CERCASI. OK IMMIGRATI

Per farsi un’idea di quanto sia diventata schizofrenica l’Italia, e capace di ingannare se stessa, è utile dare un’occhiata al Rapporto 2010 Excelsior-Unioncamere sui “fabbisogni professionali per l’occupabilità”, e all’analisi che ne ha fatto Confartigianato. Subito un dato: a fronte di quasi 555.000 nuove assunzioni previste per l’anno in corso, più di 147.000 posti resteranno scoperti per mancanza di candidati.

Un piastrellista al lavoro.

Un piastrellista al lavoro.

Il fatto è, spiega il rapporto, che i posti di lavoro disponibili sono numerosi soprattutto in quelle che una volta si chiamavano “arti e mestieri”, cioè nel settore artigiano. Qualche esempio: nel 2010 servirebbero 1.500 installatori di infissi, esigenza che rimarrà scoperta per l’83% dei casi; dei 1.040 panettieri richiesti, il 39,4% non sarà trovato; gelatai e pasticcieri, ne servono 1.750 in più ma la ricerca andrà a vuoto nel 29,1% dei casi. Estetisti e parrucchieri? Vuoto il 21% dei posti disponibili. Sarti e tagliatori? Ne servono 1.960 ma l’esigenza resterà scoperta nel 21,9% dei casi. E questo nonostante che nel 2008-2009 i giovani (15-34 anni) disoccupati, come ricorda Confartigianato siano aumentati di 216.000 unità.

Il politico prigioniero della retorica, a questo punto, parte con la tiritera dei giovani con non hanno voglia di lavorare, che non sanno adattarsi, che non hanno senso di responsabilità. Come se fare il sarto o il pasticciere, per dire, non fosse un mestiere ben preciso, con regole e abilità che bisogna conoscere e praticare. Non a caso i mestieri la cui disponibilità di posti, bene o male, è più coperta sono anche quelli in cui con la pratica si può più facilmente imparare: nel 2010 verranno assunti 7.030 baristi, e solo il 14,2% dei posti resterà scoperto, come solo il 14,1% dei posti da cameriere.

Scontiamo, in questo, errori del passato. Per esempio l’introduzione della tremenda laurea triennale, che agli occhi dei datori di lavoro vale poco, spesso meno del semplice diploma. Scontiamo un mercato del lavoro ancora regolato dal nepotismo e dal clientelismo, come conferma la stessa Confartigianato analizzando dati Istat : il 55,3% dei giovani (15-34 anni) riesce a farsi assumere per l’intercessione di amici e parenti, mentre solo il 6,8% ha tgrovato lavoro grazie a inserzioni sui giornali o annunci su Internet. E scontiamo anche la nostra lunga storia di povertà e di recente ricchezza, che ci ha portato a disprezzare le attività dei padri e dei nonni e a crederci tutti potenziali dottori e intellettuali.

Resta il fatto che vaste porzioni di importanti categorie professionali sono oggi sguarnite. E su questa situazione noi italiani siamo pure capaci di metterci il carico da undici della xenofobia e della criminalizzazione dell’immigrazione. Un bel modo di fardi del male da soli, perché il Rapporto Excelsior-Unioncamere ci dice che il sistema economico italiano ha bisogno di sostituire con gli immigrati le professionalità che non troviamo più, almeno per ora, sul mercato interno del lavoro. L’industria prevede di assumere nel 2010  più di 13 mila immigrati, pari al 13,4% di tutte le nuove assunzioni, ma che oltre il 35% delle aziende dispera di trovarli. Per i servizi, 42.840 assunzioni di immigrati previste, pari al 12,1% del totale. Ma oltre il 38% delle aziende dispera di trovare l’immigrato che cerca. Cornuti e mazziati facendo tutto da soli. E’ quasi un record.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

Un Commento;

  1. il demotivatore said:

    Si dice che manca la voglia di lavorare ci credo fino ad un certo punto. Ci sono tanti giovani che vorrebbero fare lavori artigianali e non trovano impiego perchè? perchè viene richiesta esperienza.. bene… e dove se la fa l esperienza un giovane? se non ti da nessuno l opportunita’ di farla? Questa è una palla che raccontano gli artigiani se investissero sui giovani queste attivita’ non sarebbero piu’ in assenza di personale pero’ questo costa e non si fa si preferisce prendere se si trova una persona con 20 anni di esperienza pagato poco , per questo l estracomunitario lavora non avra’ tutta questa esperienza ma lavora ore su ore ed è poco pagato. e quel che conta ora come ora è il risparmio, figuriamoci se si sperperano fondi per insegnare.

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