UN ALTRO FIGLIO? NO GRAZIE, COSTA TROPPO

Non tutti conoscono il Cisf, ovvero il Centro internazionale studi famiglia. Però lo conoscono, e bene, tutti quelli che si occupano di famiglia, di welfare, del futuro della società italiana. Oggi il Cisf, diretto dal professor Francesco Belletti, ha presentato il suo biennale Rapporto, intitolato Rapporto Famiglia 2009 perché basato sulle interviste a 4 mila famiglie che, appunto tra due anni, saranno ancora visitate per verificare come sono cambiate le loro esigenze e, di conseguenza, com’è cambiata l’Italia.

Famiglia1

Il Rapporto di quest’anno è dedicato a un tema preciso: “Il costo dei figli”. Dei figli che ci sono, verrebbe da aggiungere, perché le famiglie con prole sono ormai solo il 47% del totale e il tasso di fecondità è oggi di

Francesco Belletti, direttore del Cisf.

Il professor Francesco Belletti, direttore del Cisf.

1,41 figli, cioè la media tra l’1,33 delle donne italiane e il 2,12 delle donne straniere. Questi dati cozzano con una voglia di paternità e maternità che il Rapporto registra attraverso i pareri delle 4 mila famiglie-campione: la media dei figli desiderati è di 2,13 per coppia, quelli effettivamente messi al mondo dell’1,7.

A bloccare tante nascite è un elemento molto semplice: il costo. Appunto, il costo dei figli. Altri Stati, per esempio la Francia, si distinguono per aver messo in atto politiche a sostegno della famiglia (e quindi della natalità) che hanno attraversato intatte Govenri dei più diversi colori. L’Italia si distingue per l’esatto opposto: sinistra e destra hanno ignorato allo stesso modo la famiglia. Che, in buona sostanza, è chiamata ad arrangiarsi. Vuoi più figli? Mantienili, anche se poi la denatalità si rivela fonte di problemi di difficile soluzione, dalla necessità di arruolare lavoratori immigrati ai buchi contributivi nel sistema pensionistico.

Famiglia33

Dall’indagine del Cisf (che è il Centro culturale di Famiglia Cristiana) emergono dati a dir poco inquietanti. Un figlio costa alla famiglia spese in più per 643 euro al mese. Da 0 a 5 anni, e per i soli beni essenziali, un bambino costa ai suoi familiari 317 euro al mese, pari a circa 3.800 euro l’anno. In media il costo di accrescimento di un figlio (cioè beni essenziali, mantenimento e tempo speso per la sua cura) è di 798 euro al mese. A fronte di tutto questo, nel 2005 lo Stato italiano spendeva a favore delle famiglie e dei bambini l’1,1% del Pil (Prodotto interno lordo; 1 punto percentuale è pari a 15,7 miliardi di euro) contro il 2,5% della Francia e il 3,2% della Germania. Davvero non servono altre parole.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. fabio cangiotti said:

    Caro Fulvio, anche per me la denatalità è il problema dei problemi, ed è sacrosanto immaginare politiche che incentivino il fare figli, per mille motivi. Io ne ho due adolescenti (per grazia di Dio, visto che ho disperato di averne) e un terzo mia moglie lo perse al terzo mese. So quanto i figli siano indispensabili all’equilibrio e alla visione di vita non solo dei singoli, ma della società intera. Non sono certo però che sarà facile rovesciare le cose, perché il denaro è fondamentale, ma non bastevole. C’è di mezzo la cultura conformista della società, la mentalità abortista, e credo anche un certo declino bio-antropologico; e sul piano psicologico generale, la fine dell’introiezione della responsabilità individuale come valore (frutto della somma delle ideologie marxiste e liberal-radicali con il benessere diffuso), che è esattamente ciò che divide l’Europa dall’America e che probabilmente spiega anche perché l’America creda in Dio e l’Europa invece no (questo per sommi capi naturalmente). Resta il fatto che queste considerazioni sono pienamente accettate in ambito cattolico, ma la progressiva marginalizzazione dei cattolici in campo politico (più a sinistra che a destra invero) ne rende difficile la capilarizzazione. Resta la possibilità di fare battaglie culturali, fare rumore insomma. Non c’è dubbio che Famiglia cristiana si batta su questo fronte, con la delicatezza e lo stile che le è proprio. Se possibile, a me piacerebbe che queste battaglie fossero condotte con più grinta con più cattiveria e in modo permanente, con rubriche fisse quindi, condotte ed arricchite dalle testimonianze di tutti.
    Infatti nella società massmediatica per fare passare messaggi, occorre creare il “tormentone”, amplificare lo “scandalo” . Banale, ma è così.
    Ciao, a presto.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    Famiglia Cristiana sta preparando per metà aprile un rinnovamento del giornale che va proprio nella direzione da te auspicata. Non so se sarà esattamente cià che vorresti (più grinta, più cattiveria…) ma la strada è quella.
    Ciao, a presto

    Fulvio

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top