SCUDO FISCALE: TREMONTI ESULTA, IO PAGO

Grazie alle norme previste dallo “scudo fiscale” rientrano in Italia 100 miliardi di euro. Il ministro Tremonti esulta ed è comprensibile, essendo lui il promotore di un provvedimento a cui, del resto, è particolarmente affezionato, avendolo già varato tre volte in sette anni: nel 2001, nel 2003 e nel 2009. L’idea di un piccolo “mea culpa”, di fronte a tanta evasione fiscale, essendo stato così a lungo ministro delle Finanze, non lo sfiora ma pazienza. Poi, essendo cresciuto alla scuola berlusconiana (genere: la pubblicità è l’anima della politica), esagera e la butta in propaganda: il rientro dei capitali è un “segno di fiducia nell’Italia”. E il suo Ministero aggiunge che la somma rientrata sarebbe superiore al 6% del Pil (Prodotto interno lordo).


     

Giulio Tremonti, ministro dell'Economia.

Giulio Tremonti, ministro dell'Economia.

      Io, che non sono ministro e non sono neppure Tremonti, non capisco come mai certi signori, che portavano i soldi all’estero quando le cose andavano bene (o meno male di adesso), scoprano proprio ora di avere una tale fiducia nell’Italia. E penso che il paragone con il Pil (cioè con la ricchezza effettivamente prodotta dal sistema Paese) sia almeno fuorviante, uno specchietto per le allodole. Negli anni buoni il Pil del nostro Paese cresceva dell’1-1,5% l’anno. Se ora ci fosse una vera iniezione di valore pari al 6% del Pil, dovremmo trovarci di colpo tutti ricchi, o almeno veder sparire la disoccupazione. Cosa che ovviamente non succederà, perché questo “scudo” va certo a vantaggio degli evasori fiscali e di un Governo che, alla prese con la crisi, gonfia il deficit di bilancio ed è quindi sempre a caccia di denaro fresco, ma è una fregatura per lo Stato e per gli italiani. Provo a spiegare perché la vedo così.

      1. “Scudo” è la denominazione pittoresca che nasconde e comprende un mezzo indulto (è stato concesso il perdono e l’anonimato a falsificatori di bilanci, compilatori di fatture false, evasori fiscali, ecc. ecc.) e un vasto condono fiscale. Ciò significa due cose. Da un lato, lo Stato e i cittadini italiani onesti hanno già pagato per un danno fatto da questi evasori e autori di reati. Per riportare i soldi in Italia, infatti, questi hanno versato una “tassa” del 5%; la somma “scudata” minima, come riferiscono gli esperti delle banche, è stata sui 100 mila euro; un reddito netto di 100 mila euro subisce, in Italia, un’imposizione fiscale pari almeno al 50%. Se la somma ora “scudata” è rimasta all’estero per un solo anno fiscale, lo Stato ci ha già rimesso il 45% dell’imposta dovuta, pari a 45 mila euro. Fate voi il conto di quanto lo Stato ci abbia rimesso sui 100 miliardi di euro già “scudati” e ripuliti, e magari rimasti all’estero per diversi anni. Dall’altro lato, lo Stato e cittadini italiani onesti pagheranno in futuro, ed è proprio la storia degli “scudi” partoriti da Tremonti a dimostrarlo. Lo “scudo” del 2003 imponeva ai capitali in rientro una tassa ancor più esigua, solo il 2,5%. Come si spiega, allora, che solo sei anni dopo ci siano all’estero così tanti soldi italiani? Come mai “la fiducia nell’Italia” non si manifestò allora, quando Berlusconi e Tremonti erano nel pieno del governo? La realtà è questa: alla prima occasione buona, i capitali ora rimpatriati ritroveranno la strada dell’estero. Con un’aggravante: la consapevolezza che lo “scudo” non è un provvedimento eccezionale ma la costante di un certo metodo di governo. Evasori e truffatori sanno che prima o poi ne arriverà un altro.

      2. E’ inevitabile che, nel mucchio dei rientri, ci siano anche capitali di origine criminale. Non c’è modo ci controllarlo, visto che agli “scudati” è stato perdonato tutto e, nel frattempo, sono stati eliminati alcuni dei criteri prima stabiliti per favorire la tracciabilità delle transazioni finanziarie. I capitali del crimine organizzato, va da sé, lavorano a favore dell’industria del crimine organizzato. Combattere mafia, camorra, n’drangheta e compagnia bella è un impegno che allo Stato (e ai cittadini onesti che lo finanziano pagando le tasse) costa caro, in termini di risorse oltre che di vite umane. Ci costerà più caro in futuro, anche grazie ai capitali felicemente “scudati”.

      3. Se tutto andrà secondo le attese del Governo, lo “scudo” farà tornare in Italia, entro aprile 2010, circa 125 miliardi di euro. Al Governo, tramite la tassa sui rientri (5% in partenza, poi 6% da febbraio a marzo e 7% da marzo a fine aprile), arriveranno più o meno 7 miliardi. Poca cosa, rispetto ai danni sopra elencati. Poiché Tremonti non è certo uno sciocco, ribadisco l’impressione che ho avuto sin dall’inizio: più che una manovra finanziaria, questa è una manovra politica. Un grosso regalo di Natale alle categorie e alle fasce di popolazione che con più fedeltà votano la maggioranza di Governo e, in particolare, il PdL. Cito un titolo del Corriere della Sera di oggi, che identifica così i beneficiari dello scudo: “Manager, professionisti, ereditieri e piccoli imprenditori”. Vi dice nulla?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. Enrico Usvelli said:

    Io condivido la tua analisi ( chi bara continuerà a farlo contando sul prossimo scudo), ma tanti filoberlusconiani (che non evadono) no.
    Dicono: tanto quei soldi erano persi, meglio per lo Stato portare a casa poco piuttosto che niente.
    Tra IRPEF, IRAP e imposte varie, visibili e invisibili, probabilmente hai ragione tu: un reddito di 100.000 euro dovrebbe pagarne circa 50.000 di tasse. Mi pare un po’ troppo. Forse se ci fosse l’IRPEF che c’è e basta ci sarebbero meno evasori. Sono le altre tasse e tassine, oltre agli adempimenti burocratici, che rompono veramente i piripilli.
    Ma se deve tornare uno come Visco…

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    la risposta alla fiducia dei filoberlusconiani onesti (che ovviamente sono molti) è questa: primo, perché i Governi Berlusconi (l’uomo che, come ci ripete spesso, ha governato più di De Gasperi) non hanno abbassato le aliquote fiscali? Secondo: perché Tremonti da ministro delle Finanze ha permesso un tale, colossale evasione fiscale? Il dubbio è che politicamente gli convenisse prima tollerare, e adesso condonare con lo scudo, tanto i beneficiati sono sempre gli stessi.
    C’è poi da dire una cosa: nella massa dei quattrini ce ne sono che tornano sì in Italia, ma per lavorare contro l’Italia. Sono i soldi della criminalità organizzata e dei truffatori in generale. Forse era meglio se stavano dov’erano, no?
    Comunque sia: un buonissimo 2010 a te e a tutti!
    Fulvio

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