BERLUSCONI E TREMONTI LITIGANO, BOSSI GONGOLA E CONTA LE REGIONI

Attendo con una certa curiosità la data del 5 novembre. Quel giorno, se non erro, dovrebbe riunirsi l’ufficio di presidenza del PdL per decidere sulle candidature per le prossime elezioni regionali. In poche parole, vedere che cosa fare con il Veneto, già assegnato alla Lega Nord, con il Piemonte e con la Lombardia. Possibile una candidatura leghista in Piemonte, improbabile in Lombardia.


     

Umberto Bossi, 68 anni: deputato (anche se lo chiamano Senatur), ministro e azionista di maggioranza del Governo Berlusconi.

Umberto Bossi, 68 anni: deputato (anche se lo chiamano Senatur), ministro e azionista di maggioranza del Governo Berlusconi.

      Sono da tempo convinto che chi governa davvero l’Italia, oggi, non è il PdL di Silvio Berlusconi ma la Lega Nord di Umberto Bossi. Certo, il Cavaliere è il primo ministro e, soprattutto, è l’autore della sintesi politica, il “marchio” vincente sulla proposta offerta agli italiani. Ma è stata finora la Lega a dettare il passo, a marcare i cambiamenti di rotta più significativi rispetto al passato, in primo luogo sulle politiche legate all’ordine pubblico e all’immigrazione. Anche al punto di far passare vere e proprie bufale come le ronde, miseramente fallite al confronto con il buon senso popolare. E’ molto amico dei leghisti anche il ministro Giulio Tremonti, plenipotenziario per l’Economia ormai isolato all’interno del PdL. Resta al premier, attraverso alcuni fedelissimi, il controllo su alcuni ministeri importanti (Attività Produttive, Lavoro, Istruzione, Turismo), altri assai meno ininfluenti (Beni Culturali, turismo) e altri declassati per circostanze varie (Esteri, investiti dall’attivismo personale di Berlusconi), circondati però da ministeri non meno “pesanti” occupati dai leghisti (Bossi alle Riforme, Zaia all’Agricoltura, soprattutto Maroni agli Interni) e finiani di più o meno stretta osservanza, con quel che ne consegue in termini di reciproca diffidenza.
      Inoltre: Berlusconi se la sbriga benissimo nelle circostanze eccezionali (immondizia a Napoli, terremoto in Abruzzo, G8 a L’Aquila e così via) ma nella dura e grigia routine del governo spesso s’intristisce e si confonde. Anche per questo ogni tanto ha bisogno di movimentarsi e (anche) complicarsi la vita. Purtroppo per lui, quando si arriva a una svolta la Lega  approfitta per far pesare il proprio ruolo e Berlusconi deve abbozzare. Esemplare l’ultimissimo caso, la polemica intorno a Tremonti.
Berlusconi ha sparato, forse per la decima volta da quando è in politica, la prossima abolizione dell’Irap. Bossi ha detto che non si può fare (come sosteneva il filo-leghista Tremonti) e Berlusconi ha ritirato la sparata. D’altra parte non si capisce bene come si potrebbero conciliare lo “scudo fiscale” varato dallo stesso Tremonti (provvedimento che rivela il bisogno piuttosto impellente di ramazzare soldi) e con cui si spera di riportare nelle casse dello Stato 5 miliardi di euro, con l’abolizione di una tassa che rende allo Stato tra i 38 e i 40 miliardi l’anno. Uno Stato, per di più, che attraverso le pubbliche amministrazioni ha già 60 miliardi di euro di debiti con le imprese private e nello stesso tempo “vanta” un debito pubblico che continua a crescere e, dicono gli esperti, potrebbe tra poco arrivare al 118% del Prodotto interno lordo, cioè a 1,18 volte l’intera ricchezza nazionale.
       Va riconosciuto al Governo in generale, e a Tremonti e Berlusconi in particolare, di aver dovuto gestire una crisi economica profonda, pericolosa e globale. Resta il fatto che la storia si ripete: Berlusconi parte promettendo il “nuovo miracolo italiano” e finisce col bilancio stracciato, la politica del rigore finanziario come unica scelta, le vane promesse come estrema risorsa. Non a caso in Europa l’unico Governo ad aver varato un consistente taglio alle tasse è stato quello guidato dalla cancelliera Merkel. La Germania, però, ha un debito pubblico che è quasi metà di quello italiano.
      E così, qualunque sia il nostro credo politico, ci ritroviamo alle prese con il solito dilemma. Divisi tra una sinistra che non sa governare (troppo divisa, burocratizzata, lontana dalla gente comune) e una destra che non può governare perché persa nel mare che sta tra il dire e il fare, tra le promesse da campagna elettorale o da salotto Tv e la realtà dei fatti e dei numeri.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

4 Commenti

  1. paolo brambilla said:

    caro fulvio,
    da qualche giorno non visitavo il tuo sito, l’ho trovato cambiato.
    ho fatto un po’ fatica ad orizzontarmi all’inizio ma devo dire che l’hai molto migliorato.
    complimenti

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Paolo,
    ti ringrazio, soprattutto per la pazienza di provare a orientarti in questa cosa nuova. Il sito è ancora parzialmente in costruzione, io stesso fatico a maneggiarlo. Ci vuole ancora qualche giorno per andare a regime ma spero che alla fine ne sarà valsa la pena.
    Ciao, e grazie ancora

    Fulvio

  3. Enrico Usvelli said:

    Sicuramente bello, però per chi come me cercava anche i commenti agli articoli per ora è più faticoso. Spero si risolva anche il problema dei commenti non accettati

  4. Fulvio Scaglione said:

    Caro Enrico,
    il problema dei commenti non accettati è ricorrente. Purtroppo dipende totalmente dalla macchina e dal sistema. Quando un commento viene respinto (immagino sia successo anche a te, visto che ne fai cenno), io nemmeno vengo a saperlo, se l’autore non lo dice.
    Ciao, a presto. E grazie per la pazienza nel “decrittare” la nuova veste del sito.

    Fulvio

*

*

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.

Top