Con i roghi accesi nel Centro di Permanenza Temporanea di Lampedusa si consuma uno dei più grotteschi fallimenti del leghismo: la legge Bossi-Fini sull’immigrazione clandestina. Giova ricordare, per cominciare, che detta legge è in vigore dal 2002 e che nel 2008 abbiamo avuto il record storico di arrivo di clandestini: 30 mila. E non solo: i CTP ormai esplodono (più di 10 mila “ospiti” al momento attuale) e il Governo è costretto a servirsi di ex conventi, alberghi e strutture varie per metterli da qualche parte.
Ma la questione più vera, più bruciante, è quella dei decreti di espulsione che vengono “consegnati” ai clandestini intercettati e che dovrebbero liberarci di questi indesiderati migranti. Ecco quel che succede. Si stima che in Italia gli immigrati irregolari (privi cioè di permesso di soggiorno) siano almeno 600 mila, secondo alcuni addirittura 1 milione. Quando una di queste viene intercettata, l’irregolare riceve il decreto di espulsione che gli intima di lasciare il nostro Paese entro 5 giorni e prevede la possibilità dell’accompagnamento coatto alla frontiera.
Provate adesso a visitare il sito del ministero dell’Interno (http:www.interno.it), da quasi un anno guidato da Roberto Maroni (Lega Nord), o in un modo qualsiasi a informarvi su quante espulsioni sono state davvero realizzate. Non troverete alcun dato ufficiale, per una semplice ragione: le espulsioni “vere”, portate a termine, sono poche migliaia. Le altre, che sono decine di migliaia e vengono emesse ogni giorno, esistono solo sulla carta e i clandestini interessati girano, lavorano, magari stuprano liberamente.
Succede questo: il clandestino che riceve il decreto di espulsione quasi sempre lo butta nel cestino e riprende a fare ciò che faceva prima, cioè (appunto) il clandestino. Se viene ripreso gli tocca il fermo, poi un processo con rito direttissimo e la condanna a una pena detentiva quasi sempre brevissima (teniamo presente che anche le carceri esplodono), uno o pochi giorni. Scontata la pena, il clandestino esce avendo tra le mani un decreto di espulsione coatta con l’obbligo di ripresentarsi in Questura per farsi, appunto, espellere. A questo punto, gli restano due strade: torna ancora una volta in clandestinità, sperando di non essere più beccato (soluzione preferita dai più); oppure, se ha uno spunto qualunque per farlo, si rivolge a un avvocato per impugnare il provvedimento.
Risultato: i clandestini si fanno un baffo della Bossi-Fini, che non ha frenato e tanto meno fermato il flusso di clandestini. Il cittadino italiano paga il prezzo di questo fallimento, anche se poi gli raccontano che tassando gli immigrati regolari e negando le cure mediche agli irregolari, più qualche ronda, tutto si sistema. L’immigrato regolare, che lavora e paga le tasse magari più di tanti italiani, vede crescere intorno a sé una diffidenza e in qualche caso un rancore di cui non ha colpa. Viva la Lega.
Mi pare che il problema sia che non ci sono accordi con i Paesi di origine. Senza accordi, costoro non sono disposti a riprendersi i loro migranti. Dovremmo pagare forse? La Bossi-Fini ha fallito, come la Turco-Napolitano. Il problema però resta, visto che la clandestinità promuove la xenofobia.
Caro Fabio,
il problema è che la legge è sballata. Se sei un clandestino, perché dovresti rivelare al poliziotto che ti becca da dove vieni, come davvero ti chiami, ecc. ecc. Che clandestino saresti?
Non capisco la questione del pagare, forse sei stato troppo sintetico.
Mi pare giusto dire che anche la Turco-Napolitano ha fallito, ma con una precisazione. Nella politica leghista, soprattutto in quella di quest’ultima stagione, c’è un’aggravante al fallimento. questa: il rifiuto a priori delle sanatorie. Coome tu ben sai, le sanatorie non andavano a “perdonare” gente di passaggio ma gente che dalla clandestinità era col tempo passata a una forma, tutta italiana, di semi-legalità. Molti, insomma,erano clandestini che lavoravano nei cantieri e nelle case sotto gli occhi di tutti. Questo perché di una certa quantità di immigrati l’Italia, come tutti gli altri Paesi europei, ha bisogno per mandare avanti la baracca. Dire “no” a qualunque sanatoria e nel frattempo ottenere il record storico di nuovi clandestini, mi darai atto, non è un fallimento, è un doppio fallimento.
Ciao, a presto
Fulvio