TOBIA ZEVI, EBREO, HA CAPITO CHE IL RAZZISMO NON FA DISTINZIONI

Mi piacerebbe conoscere Tobia Zevi, giovane (25 anni), ebreo, iscritto al Pd. Ha rilasciato un’intervista piuttosto acuta al Corriere della Sera. Mi fa pensare che, a differenza di altri esponenti della stessa comunità, fin troppo pronti a farsi affascinare da quattro discorsi su Israele e un paio di pellegrinaggi al Museo della Shoah, abbia naso un po’ più fino per quanto realmente accade  oggi in Italia.

      Commentando il Decreto sicurezza così caro alla Lega e al premier Belrusconi, Zevi nota che “le misure approvate autorizzano e legittimano il razzismo, la discriminazione e l’intolleranza”. Il bello è che queste cose Zevi le dice più come ebreo che come attivista del partito d’opposizione. E infatti nota: “E’ chiaro che gli ebrei sono sentinelle, antenne. Storicamente siamo abituati a essere una minoranza, a essere considerati diversi. E conosciamo bene quegli atteggiamenti che rivelano pericolo”. Lui non poteva prevederlo ma nella stessa pagina lo stesso giornale pubblica un pezzo sull’iniziativa del Movimento Sociale Fiamma Tricolore che, in Basilicata, regala 1.500 euro a chi battezza i figli con i nomi Benito e Rachele. Per questa bella idea il partito, stando a quanto scrive il Corriere, avrebbe già raccolto fondi pari a 516 mila euro, tutti frutto di donazioni volontarie.

    Quanto avviene in Basilicata corrisponde perfettamente alle tendenze rilevate in tutta Europa. C’è stata negli ultimi anni una forte crescita dell’ostilità nei confronti dei musulmani che ha trascinato con sé un forte rialzo dell’antisemitismo. Ed è logico che sia così: il razzismo è uno, la paura del diverso anche, chi pensa che una società razzista nei confronti dei musulmani sarebbe liberale e onesta nei confronti degli ebrei è solo un povero illuso. Se ne ricordino quegli ebrei, italiani e non italiani, che corrono a mettersi all’ombra di un Governo ormai palesemente incline alla xenofobia.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

2 Commenti

  1. fabio cangiotti said:

    Rovescio il punto: chi pensa sia possibile essere antisemiti e insieme “aperti” alla diversità è in errore. E i bruciatori di bandiere israeliane erano nel governo precedente, non in quello attuale.

  2. Fulvio Scaglione said:

    Caro Fabio,
    questa proprio non la capisco. Già nel maggio 2008 ho postato un pezzo su precise ricerche che dimostravano che l’antisemitismo è in crescita più rapida laddove è in crescita l’ostilità verso i musulmani. Questa non è un’opinione, è un dato di fatto. Il governo Prodi avrà anche avuto all’interno “i bruciatori di bandiere israeliana”, come dici tu. Il problema è che da quasi un anno non siamo più governati da Prodi e dai “bruciatori” ma dai pascolatori di maiali sue terre destinate alle moschee. E il risultato, come dicevano appunto le ricerche in ambito europeo assai prima che lo dicesse anche Tobia Zevi, rischia di essere lo stesso.
    Ti segnalo un’altra cosa, a proposito di governi che vanno e che vengono. Nel 2007, in Europa, gli atti di antisemitismo calarono del 25% rispetto al 2006, rinsavimento record. Nel 2009, invece, hanno toccato il massimo degli ultimi vent’anni. Devo pensare che c’entri il Governo Berlusconi?
    Ciao, a presto

    Fulvio

    P.S.: per l’ultima domanda: ovviamente no, era solo una piccola provocazione. Ciao F.

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