Passano gli anni, si ammosciano le polemiche, si susseguono i summit e i convegni e siamo sempre lì. Per dirla con Nobuo Tanaka, direttore esecutivo dell’International Energy Agency: “Dobbiamo usare l’energia in modo più efficiente e liberarci dal vincolo dei combustibili fossili usando tecnologie che abbiano un impatto inquinante molto inferiore”.
Tanaka si è così espresso presentando i risultati del World Energy Outlook, l’annuale giro d’orizzonte sulle prospettive a breve termine del mercato mondiale dell’energia. Da qui al 2035, prevede il rapporto, la domanda di energia nel mondo crescerà del 36% e il 93% di questa crescita sarà dovuto ai Paesi di recente industrializzazione, prima fra tutti la Cina. Proprio il colosso cinese, che nel 2009 (sempre secondo i calcoli della Iea) ha superato gli Usa nel consumo complessivo di energia, nel 2035 brucerà il 75% in più delle risorse energetiche che brucia oggi. Percorso inverso per i 47 Paesi dell’Ocse, quindi soprattutto America ed Europa, la cui domanda di energia è destinata a calare: dal 44% al 33% del consumo mondiale.
I combustibili fossili continueranno a dominare la scena, anche se con un parziale riequilibrio a favore delle energie rinnovabili. Seguendo la lenta risalita dell’economia, il prezzo del petrolio crescerà ma non tanto quanto era cresciuto prima della grande crisi (si prevede 113 dollari a barile nel 2035). L’oro nero, in ogni caso, resterà il combustibile preferito. Ne useremo 99 milioni di barili al giorno nel 2035, cioè 15 milioni di barili al giorno in più di oggi.
Buone prospettive anche per le energie rinnovabili: la quota di energia prodotta con tali tecniche (eolico, solare, geotermico, biomasse ecc.) salirà dal 7% di oggi al 14%& del 2035. A patto però, come avverte Tanaka, che i Governi tengano duro in una politica di forte sostegno alla diffusione di tali tecnologie. Sempre secondo il rapporto, energie rinnovabili e nucleare dovrebbero fornire entro il 2035 il 38% dell’energia. Si capisce che la Iea fa il tifo perché questo avvenga, visto che considera imperativo ridurre (o almeno bloccare il più presto possibile) le emissioni a effetto serra, che il consumo ancora altissimo di petrolio renderà inevitabili.