DI ALBERTO PICCI – La crisi globale ha fatto altre vittime: stiamo parlando dei Paesi in via di sviluppo rispetto ai quali, nel corso del 2011, si è registrata una diminuzione, in confronto al trend degli anni precedenti, degli aiuti da parte dei Paesi donatori. Il dato è stato fornito dal Dipartimento cooperazione dell’Ocse (Organizzazione per la cooperazione e lo sviluppo economico) il cui segretario generale, Angel Gurrìa, ha sottolineato in una nota: «La diminuzione dei contributi è fonte di forte preoccupazione in un momento in cui i Paesi in via di sviluppo ne avrebbero più bisogno dato che sono stati colpiti dalla crisi con una sorta di “effetto moltiplicatore”… Mi congratulo con i Paesi che stanno mantenendo i loro impegni, nonostante a loro volta soggetti a duri piani di risanamento fiscale. Ma proprio tali Paesi dimostrano che la crisi non deve essere utilizzata come una scusa per ridurre i contributi di cooperazione allo sviluppo».
Poche parole che vanno dritte al cuore del problema: nessuno si deve sottrarre alle proprie responsabilità e agli impegni assunti pur in un momento di difficoltà, anzi. Nel 2011 i Paesi membri del Dac (comitato di aiuto allo sviluppo interno all’Ocse) hanno elargito 133,5 miliardi di dollari alla rete di assistenza ufficiale allo sviluppo: una cifra che equivale allo 0,31% del loro reddito nazionale lordo. In termini reali, rispetto al 2010, c’è stato un calo del 2,7%.