BERLUSCONI E L’ITALIA IN RETROMARCIA

Silvio Berlusconi.

Stupisce lo stupore. Quello di Silvio Berlusconi e dei suoi, s’intende, arrabbiati col mondo perché dappertutto, in Europa, i propositi di rivincita del Cavaliere sono accolti con ironia o palese sconforto. Da un punto di vista umano e personale è comprensibile: essere chiamati “mummia” o essere considerati una specie di catastrofe ambulante, giusto o sbagliato che sia, non fa piacere a nessuno. Tanto meno può farlo a un personaggio in qualche modo eccezionale come Silvio.

Silvio Berlusconi.

Ma dal punto di vista politico? Qui le cose cambiano e, appunto, stupisce lo stupore. Nessuno dei Paesi dell’Europa dalla turbolenza conosce il ritorno dei leader che hanno portato le rispettive nazioni nella crisi economica. Zapatero in Spagna? Dimenticato. Sarkozy in Francia? Rischia un processo. Konstantin Karamanlis, premier della Grecia quando saltò fuori che i bilanci erano truccati e non c’era più una dracma in cassa? Chissà dov’è finito. Bertie Ahern, premier dell’Irlanda? Perse le tracce. Il primo ministro inglese Gordon Brown? A intristire in qualche cantone.

Come si vede, in questa lista ci sono politici di destra e politici di sinistra. Non è dunque questione di colore ma di atteggiamento: accomuna questi leader un grave peccato di omissione, non aver voluto o saputo avvertire i cittadini che la tempesta stava arrivando, che sarebbe stato meglio correre ai ripari, attrezzarsi, preparare scorte e rifugi. Fare qualche sacrificio prima per non doverli fare, i sacrifici, tutti insieme dopo. Cose così, quelle che fanno coloro che dalla categoria dei politici ambiscono a elevarsi fino a quella degli statisti.

Solo in Italia il politico di allora, Berlusconi appunto, ambisce al riciclo anche oggi. E da noi non viene nemmeno sbertucciato, anzi è temuto e da qualcuno (molti?) sarà certamente anche votato. Ma possiamo stupirci se il resto del mondo reagisce diversamente? Se i Paesi che guardano avanti giudicano noi e il Cavaliere un caso strano? Una parte d’Italia somiglia sempre più all’automobilista della barzelletta. Quello che andava contromano in autostrada e intanto mormorava tra sé: ma questi sono tutti matti!

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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