OLANDA, UN’ALTRA LEZIONE D’EUROPA

Manifesti elettorali in Olanda.

Troppo in fretta è finito in archivio il risultato delle elezioni politiche in Olanda. Che noi dovremmo invece meditare, visto che anche in Italia le elezioni, che qualcuno voleva addirittura anticipare a novembre, sono comunque ormai prossime.

Manifesti elettorali in Olanda.

Allora, riassumendo. Dal 2010 al 2012 l’Olanda è governata da un premier liberale (per la prima volta dal 1918) che è Mark Rutte, ex manager di una multinazionale. Per avere la maggioranza in Parlamento, Rutte aveva stretto un patto con Geert Wilders, leader dell’ultradestra xenofoba, assai cresciuta negli ultimi anni. Con l’acuirsi della crisi, Rutte decide di aderire alla politica di rigore di bilancio varata dall’Unione Europea. A quel punto Wilders lo molla e si va alle elezioni.

E così rieccoci a noi. Prima del voto olandese previsioni catastrofiche: fine dell’euro, spaccatura della Ue. Dopo, il silenzio o quasi. Invece val la pena di sottolineare che ovunque, e ogni volta che hanno potuto esprimersi, i cittadini europei hanno respinto a grande maggioranza ogni ipotesi di uscita dall’euro. In Grecia, Irlanda, Portogallo, Spagna. E in Olanda, appunto, dove gli elettori hanno premiato due partiti, liberali e laburisti, che in comune hanno solo l’europeismo. Dice nulla a chi ancora discetta di ritorno alla lira? Non fa riflettere le forze, come Lega Nord e Movimento 5 Stelle, che nel rifiuto dell’euro hanno uno dei loro caposaldi?

Mentre la Germania approva il Fondo Salva-Stati e, abbracciando l’euro, fa calare lo spread e raffredda la crisi, noi potremmo almeno smetterla di abbracciare sciocchezze. E invece no: un vecchio ma ancora popolare arnese come Silvio Berlusconi se ne esce con la solita raffica di dichiarazioni contro l’Unione Europea. Spera, a quanto pare, di intercettare il malumore di quelli che non hanno ancora capito che senza l’Europa e i suoi interventi la Grecia forse non esisterebbe più come Stato organizzato, e Portogallo, Irlanda, Spagna e Italia sarebbero molto più che sull’orlo del fallimento.

In Olanda, inoltre, la batosta più secca l’ha presa il partito di Wilders. Come il declino della Lega Nord conferma, speculare sugli immigrati e sulla presunta “invasione” paga finché la società è opulenta e la gente non ha problemi veri. Quando irrompe la crisi e manca il lavoro, i fantasmi tornano al loro posto: nei libri di favole.

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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