L’Osservatorio Sicurezza sul Lavoro di Vega Engineering, società di ingegneria specializzata nei servizi per la salute e la sicurezza sui luoghi di lavoro, ha comunicato alcuni dati tragicamente interessanti. Nei primi due mesi del 2011 i morti sul luogo di lavoro sono stati 83, contro i 69 dello stesso periodo del 2010. Il che significa più di una vittima al giorno.
Le regioni più colpite sono la Lombardia (storicamente abituata a questo triste primato) e l’Emilia Romagna (12 morti nei primi due mesi del 2011). Seguono Sicilia (10 morti), Campania (8), Piemonte (6) e Veneto (5). Se il dato viene invece analizzato in rapporto al numero degli occupati, il primato va alla Valle d’Aosta, con un’incidenza pari a 35,5 contro il dato nazionale che è pari a 6. Seguono la Basilicata (21) e la Sicilia (6,8). Tra le province, Milano è la più colpita (6 morti), poi Catania, Napoli e Torino (4 morti).
In termini assoluti è il Nord-Ovest a mostrare il dato peggiore, con 24 morti sul lavoro. Al capo opposto il Nord-Est con 7. Ma se il calcolo viene fatto in rapporto al numero degli occupati, la maglia nera tocca al Sud (incidenza pari a 5,5), seguito dalle Isole (4,9), dal Nord-Ovest (3,5), dal Centro (3) e dal Nord-Est (2,3).
Tra le persone che hanno perso la vita sul lavoro nel primo bimestre 2011, le donne sono state 3 e gli stranieri 11, ovvero il 13,3% del totale, media superiore di due punti a quella registrata nel 2010. Rumeni e albanesi i più colpiti secondo le nazionalità. Il settore di lavoro più “pericoloso” si conferma l’agricoltura, cpon il 36,1% delle morti bianche. Molto al di sotto il commercio e l’artigianato (9,6%), i trasporti e le comunicazioni (7,2%), i servizi (6%) e la produzione e manutenzione di energia elettrica, acqua e gas (3,6%).
Un particolare tragicamente curioso: il 20,4% delle morti sul lavoro si è verificato tra sabato e domenica, mentre il giorno in assoluto più luttuoso è stato il mercoledì con il 20,5% degli incidenti mortali.