Periodo natalizio avaro di soddisfazioni per gli operatori turistici. In attesa dei bilanci definitivi, l’Astoi (Associazione Tour Operator Italiani) già parla per Natale e Capodanno di una flessione del 5% rispetto al 2009. Partenze dall’Italia ridotte, dunque, con una buona tenuta per destinazioni tradizionali (Parigi, Berlino, Madrid e in generale la Spagna) o di più recente ed esotico appeal come Dubai o altre località ormai celebri del Golfo Persico.
Nello stesso tempo, l’Osservatorio nazionale del Turismo (istituito per iniziativa del ministro Brambilla) ha rilasciato i primi rapporti (quasi) completi sull’andamento del turismo in Italia nel 2010. Un’annata indubbiamente difficile, a causa della crisi econimica che dal 2008 concede poca tregua. Basta citare alcuni dei molti dati messi a disposizione dall’Osservatorio nel rapporto Il turismo in Italia: primi saldi 2010. Si scopre, per esempio, che l’estate 2010 ha visto “una riduzione media dell’occupazione delle camere negli hotel di quasi 4 punti percentuali e un calo del prezzo medio per camera doppia del 7,5%; gli hotel di alta categoria sono andati in pareggio in termini di occupazione, a fronte di una riduzione del prezzo di oltre il 12%”.
In un quadro così critico, la fruizione turistica dell’Italia ha visto aumentare ancora le vacanze in montagna (43,1% del totale). Ma il vero, piccolo boom del turismo in Italia si è avuto con le città d’arte, che raccolgono ormai il 29,1% di tutte le prenotazioni di vacanza e sono state, nel 2010, il “prodotto” più in crescita sul mercato, con un solido più 5%. Roma in testa a tutte (6,3% delle prenotazioni), seguita (forse a sorpresa) da Torino (2,2%), che precede Milano (2,1%), Firenze (2%) e Venezia (1,3%). Assisi, Siena, Brescia e Perugia dominano la classifica tra le città meno grandi. Dato ancor più significativo: il boom 2010 delle città d’arte è stato alimentato soprattutto dai visitatori stranieri.