La compagnia giapponese Shimizu (che in giapponese significa “acqua pura”), fondata nel 1804 da Kisuke Shimizu come impresa edile e poi sviluppatasi anche nel settore dell’energia, ha lanciato un progetto che neanche il più sfrenato scrittore di fantascienza sarebbe forse riuscito a concepire. Si tratta di Luna Ring, ovvero di una centrale solare da costruire sulla Luna per inviare energia verso la Terra sotto forma di microonde o di raggi laser.
La Shimizu definisce tale progetto “un sogno” ma nellostesso tempo enuncia con orgoglio i vantaggi che potrebbero derivarne: energia non inquinante ventiquattr’ore su ventiquattro sette giorni su sette e la riduzione, se non la fine, di molte delle ragioni di contrasto e di guerra tra le nazioni. L’aspetto più sorprendente sta nella concezione della centrale solare, che in pratica consisterebbe in una “cintura” di celle solari stesa tutto intorno all’equatore della Luna, cioè lunga 11 mila chilometri e larga 400 chilometri. L’energia accumulata nelle celle verrebbe trasformata in microonde (o laser) per essere trasmessa sulla Terra da antenne paraboliche di 20 chilometri di diametro, e infine e inserita nelle normali reti elettriche del pianeta. In alternativa, l’energia potrebbe essere trasformata in idrogeno e usata come carburante o combustibile.
Per aggiungere sogno a sogno, la Shimizu precisa che molti dei materiali per la costruzione della “cintura solare” verrebbero reperiti in loco, cioè sulla Luna: cemento, mattoni, fibra di vetro e altri componenti potrebbero essere prodotti, secondo l’azienda giapponese, trattando in modo opportuno il suolo lunare e sfruttando il calore del sole. A lavorare sarebbero, naturalmente, dei robot radiocomandati dalla Terra. Forse non è possibile, però mette una certa allegria immaginare che lo sia, o che lo possa essere in futuro.