“Un’attività illecita”. Questo, secondo il ministero degli Esteri della Libia, faceva l’Unhcr (l’Alto Commissariato dell’Onu per i Rifugiati) nella sua sede di Tripoli, che per questo è stata chiusa. Lo stesso ministero, d’altra parte, ha fatto notare che la Libia “è uno Stato non membro della Convenzione (1951) sui rifugiati”. Vuol dire che la Libia non riconosce la Convenzione di Ginevra, il che è tutto dire.
Di quel bel prodigio di umanità e democrazia che è la nazione personale del colonnello Gheddafi ci siamo fatti soci in nome del petrolio e del ben agitato panico da clandestino, quindi adesso non possiamo che tacere. Cosa che facciamo benissimo, come si è visto nel caso della polemica tra Svizzera e Libia quando, unico Paese della Ue, ci siamo schierati con il Colonnello.
La ben orchestrata propaganda della destra, leghista e non, ha cercato di trasformare l’Unhcr in una specie di agenzia di collocamento degli immigrati clandestini. Ma la sua “ragione sociale” è ben diversa ed è la protezione dei profughi (quelli che sono costretti a fuggire entro i confini del loro Paese) e dei rifugiati (quelli che sono costretti a scappare all’estero). Per questo, e inevitabilmente, l’Unhcr si è opposto alla politica dei respingimenti varata dal ministro Maroni: perché rimandare indietro tutti, senza neanche guardarli in faccia, per di più nelle braccia del tiranno Gheddafi, vuol dire negare un asilo a migliaia di persone che ne hanno diritto secondo i trattati che il nostro Paese ha firmato nei decenni.
E infatti: nel 2008 furono presentate al Governo italiano 31.200 domande d’asilo, per il 70% da persone sbarcate sulle coste del nostro Sud. Fu accolto il 50% di tali domande (con la concessione dello status di rifugiato o di una qualche altra forma di protezione internazionale): il che vuol dire, a parità di cifre, che con i respingimenti è stato negato un diritto vitale ad almeno 15.600 persone. Possiamo chiamarla una deportazione di massa?
Nel 2009, con i respingimenti, le domande sono scese a 17.603. Un drastico calo, mentre negli altri Paesi europei sono rimaste stabili e in qualche caso (Francia, Germania) sono nettamente aumentate. Sapete da dove venivano i rifugiati che hanno ottenuto protezione? In massima parte da Somalia (avete presente i pirati, le Corti islamiche, le carestie, la guerra civile, le inondazioni?) ed Eritrea (mai sentito parlare dei campi di concentramento, della leva obbligatoria e senza scadenza, della guerra, della dittatura, delle prigioni?). Il tutto, ovviamente, senza per nulla sconfiggere il fenomeno dell’immigrazione clandestina, come la dovizia di manovali e di badanti dimostra. C’è di che essere orgogliosi.