In un breve arco di anni, le badanti sono diventate una presenza insostituibile per
molte famiglie italiane. Ormai è normale vedere per strada una persona anziana che
procede affiancata e sostenuta da una giovane donna non italiana. Le cifre che le riguardano sono più stime che dati puntigliosamente verificabili, perché la maggior parte di loro lavora in nero. E lavora in nero perché è clandestina.
Numeri recenti sono stati elaborati dall’associazione dei consumatori Adoc: sarebbero 1 milione e 700 mila le collaboratrici familiari immigrate, tra le quali le badanti rappresentano la maggioranza; 1 milione e 50 mila famiglie le impiegherebbe in modo irregolare. «Non è che i datori di lavoro non vogliano metterle in regola, ma non c’è la possibilità», precisa il presidente di Adoc, Carlo Pileri. «Le badanti rappresentano un aiuto importante non solo per le famiglie, che altrimenti dovrebbero abbandonare a sé stesse persone anziane o non autosufficienti, oppure farle ricoverare in cliniche specializzate a costi altissimi. Sono una risorsa fondamentale anche per la società, tra un sistema sanitario come il nostro che ha grossi problemi, e Regioni che non ce la fanno a sostenerne i costi. Se si riversassero sulle strutture pubbliche centinaia di migliaia di persone che non potessero più stare a casa assistite dalle badanti, probabilmente salterebbe il sistema sanitario. Si dovrebbe favorire, e non ostacolare, le pratiche di messa in regola».
Così non è, al momento. Nell’ultimo decreto flussi sono previsti 65 mila ingressi per colf e badanti extracomunitarie, e il ministro dell’Interno Maroni ha confermato di non volere sanatorie. Quindi, da un lato il Welfare nazionale avrebbe un colpo durissimo se venissero rimpatriate, dall’altro lo Stato non intende favorirne la regolarizzazione. «E pensare che ne avrebbe un risparmio di 44 miliardi e 200 mila euro», aggiunge il presidente dell’Adoc. «Ai contributi e alle tasse che verrebbero pagati, va aggiunto il risparmio per il servizio sanitario su costi di ricovero che, altrimenti, sarebbero a carico della collettività. Oltre al vantaggio di persone che lavorano in regola, e vengono considerate importanti e leali, come sono in realtà».
di Rosanna Biffi
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