LIBANO: NON SEMPRE E’ COLPA DELL’IRAN

    A proposito di Libano: chi si occupa di Hezbollah tende quasi sempre a enfatizzare le fedeltà e a sottovalutare le ostilità. In altre parole: quando il movimento dello sceicco sciita fa qualcosa si dice sempre che sia ispirato dall’Iran e dalla Siria e non si pensa mai a quanto le sue azioni possano invece essere ispirate dal rancore, diciamo pure dall’odio verso Israele.

      E’ un errore abbastanza clamoroso se pensiamo che Hezbollah nacque nel 1982, dalla fusione di diversi movimenti estremisti sciiti, proprio per rispondere all’invasione del Libano da parte di Israele, che cercava in quel modo di snidare i reparti armati palestinesi dal Paese che li aveva accolti dopo il Settembre Nero in Giordania (1970) e che a quel punto rischiava di essere da essi controllato. Con questo non voglio certo dire che Hezbollah non abbia ben precisi legami con l’Iran. Ma non valutare il peso dell’ostilità per Israele porta poi a capire poco o nulla di quanto succede.

     Caso tipico, in questo senso, è l’accordo raggiunto ieri tra l’esercito del Libano, guidato dal generale Michel Suleiman (che è anche il più autorevole candidato alla presidenza della Repubblica, se mai sarà superata la crisi che impedisce la votazione), e le milizie di Hezbollah. In sostanza: Hezbollah rinuncia al controllo di Beirut Ovest e permette all’esercito di riportare una parvenza di ordine in città; in cambio, l’esercito rinuncia alla rimozione del generale Wafid Shukair, sciita, fedele di Hezbollah, direttore dei servizi di sicurezza dell’aeroporto di Beirut, e alla neutralizzazione della rete di comunicazioni costruita da Hezbollah. Quest’ultima decisione, recita il comunicato dello Stato maggiore dell’esercito, “per non danneggiare la resistenza (cioè Hezbollah, n.d.r) o gli interessi pubblici”.

     Chiaro il concetto? Hezbollah è “la resistenza”, ovviamente contro Israele. E l’esercito libanese, a suo tempo intervenuto senza esitare nel campo palestinese di Nah al Barid contro i militanti di Al Qaeda, ora dà al movimento sciita la patente di alleato nella lotta contro la potenza militare del Medio Oriente. Tutto questo c’entra poco con l’amicizia tra Hezbollah e l’Ira e la Siria. C’entra molto, invece, con il rancore anti-israeliano che in Libano, purtroppo ma non per caso, si respira a ogni cantone.  

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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