CORONAVIRUS, TE LA DO IO LA RUSSIA

coronavirusMoscoviti con la mascherina sulla Piazza Rossa.

Era inevitabile, e infatti è successo: anche sul Coronavirus viene tirata in ballo la Russia, con il suo presunto e perenne intento di seminare caos e distruzione nel mondo, in particolare in Europa. L’ultima botta l’ha tirata il Financial Times, subito ripreso da tutti i giornali italiani. E l’analisi di questa filiera informativa dice molto sul tema dei rapporti tra Rete, cosiddetta “informazione di qualità”, russofobia e propaganda del Cremlino.

Dunque. Il 17 marzo il Financial Times esce con un articolo intitolato “La Ue mette in guardia contro la disinformazione russa sul Coronavirus”. Nell’articolo il giornale dice di aver potuto leggere un rapporto, ancora secretato e quindi importante, dell’Unione Europea. In esso si racconta come la Russia, attraverso i media di Stato e i soliti troll, stia diffondendo notizie false sul virus allo scopo, appunto, di seminare tra i cittadini europei sfiducia nei Governi e nella Ue e di creare sconcerto e pessimismo. I giornali italiani, cartacei e online, riprendono pari pari. Il titolo standard diventa “La Russia diffonde notizie false sul Coronavirus”.

Verifiche? Zero. A me, invece, sono bastati cinque minuti in Rete per scoprire quanto segue. Primo: i giornalisti del FT non hanno avuto nulla di riservato. Il rapporto in questione era stato pubblicato (senza firma) il giorno prima (16 marzo) sul sito EuvsDisinfo. Questo sito è la faccia pubblica della East StratCom Task Force, creata nel 2015 all’interno del “ministero degli Esteri” dell’Unione Europea, quello fino a pochi mesi fa diretto dall’italiana Federica Mogherini e ora sotto le cure dello spagnolo Josep Borrell (qui la struttura). Scopo statutario della Task Force, fondata sull’onda della crisi ucraina e di Maidan, è ribattere alla disinformazione russa con azioni proattive di controinformazione. Nel 2017 è stata finanziata dalla Ue con 2 milioni di euro, nel 2018 con 5.

Secondo: che cosa contiene il rapporto? Vale la pena dare un’occhiata, no?, visto che tutti l’hanno rilanciato senza nemmeno averlo visto. Ovviamente, la propaganda russa avrebbe sparso ogni sorta di fake news. La prima citata dal rapporto? Che il Coronavirus non è nulla più di un’influenza di stagione. Dal che si potrebbe persino dedurre che da noi anche la dottoressa Gismondo dell’ospedale Sacco di Milano e Vittorio Sgarbi sono al soldo del Cremlino. La seconda? Che il virus cambierà il mondo come lo conosciamo. L’esempio portato dal rapporto: un articolo per Geopolitika di Aleksandr Dugin. Che avrà tutte le sue idee bislacche ma è un filosofo della politica che si esprime in pubblico, mica un hacker. A meno che siano hacker anche Luttwack e Fukuyama, per dire. Inoltre, Dugin dice che il virus segna la fine della globalizzazione e del liberismo, tema su cui comunque riflettono anche molti intellettuali dei nostri Paesi.

Quelli che pensano che Nostradamus aveva previsto tutto? Propaganda russa. Quelli che pensano che sia stato prodotto dagli Usa? Propaganda russa. In qualche caso l’effetto è paradossale. Si cita un articolo che a sua volta se la prende con la diffusione di fake news sul Coronavirus destinate ad accrescere il panico. Alla fine del pezzo, l’autore commenta così, in mezza riga: “Da tutto questo le grandi aziende farmaceutiche trarranno certo profitto”. Che è probabilmente vero. E comunque non equivale a dire, come invece sostiene il nostro famoso rapporto, che sono state le industrie farmaceutiche a produrre e diffondere il virus. E così via.

Insomma: volendo, tutto può essere propaganda filorussa. Soprattutto se, come capita a EUvsDisinfo, le tue fonti di informazione principali sono la Nato e Stop Fake Ukraine. Organismi  rispettabili ma non sospettabili di eccessi di imparzialità. Di certo, per loro, questo mio articolo è propaganda russa o filorussa. Forse, per loro, lo sono anche i severi articoli  con cui è stato criticato, da noi, l’operato di Christine Lagarde, governatore della Bce. Seminare la sfiducia nelle istituzioni europee non è proprio uno degli obiettivi della propaganda russa? Magari proprio gli articoli  di Federico Fubini, vicedirettore del Corriere della Sera, giornale che pure ha titolato: “Coronavirus, la Russia diffonde notizie false per creare caos e panico in Occidente”.

Per concludere. Non ho dubbi che la crisi del Coronavirus porti con sé una guerra delle opposte propagande. E’ chiaro, per esempio, che la Russia vuole proporsi come esempio di Stato efficiente e virtuoso. E che la Cina, appena uscita dal vortice del contagio, ha lanciato una clamorosa operazione di marketing politico internazionale per approfittare delle difficoltà altrui e varare una sorta di Via della Seta medico-sanitaria.

Attenzione, però, alla retorica sulle fake news. Primo, perché porta con sé un’alta dose di fake news. Secondo, perché il discrimine tra l’opinione personale (magari erronea o addirittura folle ma legittima) e la notizia maligna rischia di farsi così sottile da diventare indistinguibile. Come agenti di caos e sfiducia rispetto al mondo attuale, nessuno è potenzialmente più insidioso dei terrapiattisti. Che vogliamo fare?

E poi, a proposito di notizie e propaganda. Ecco un esempio tratto da Repubblica. Il 18 marzo, nel corpo di un articolo, si legge quanto segue: “Dopo le polemiche tra Germania, Europa e Stati Uniti che avrebbero tentato di corrompere la CureVac per comprare l’esclusiva della cura, notizia smentita giorni dopo dalla stessa società della Tubingia…”. Notizia smentita, dunque. Ma il giorno 15 lo stesso giornale aveva titolato: “Coronavirus, l’ultima di Trump: il vaccino in esclusiva agli Usa in cambio di soldi”. Propaganda anti-Trump? Propaganda filo-russa per seminare caos e disordine anche negli Usa?

Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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