HEYDARI E L’IRAN CHE NON PIANGE PARIGI

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Come le reazioni agli attentati di Parigi stanno dimostrando, per sconfiggere il jihadismo islamista che massacra il Medio Oriente e attacca l’Occidente occorre uno sforzo globale e solidale. Uno sforzo che deve nascere, prima ancora che sul campo di battaglia, nelle teste e nei cuori di tutti i popoli e i Governi coinvolti. Non è questo il messaggio che proprio in queste ore ci arriva dall’Iran.

Ieri le forze di sicurezza iraniane, con ogni probabilità i “servizi” dei Guardiani della Rivoluzione, i cosiddetti “pasdaran” che rispondono direttamente alla guida suprema dell’Iran, l’ayatollah Alì Khamenei, hanno arrestato il disegnatore Hadi Heydari, prelevato nel suo ufficio al giornale Shahrvand Daily di Teheran e trasferito in prigione.

Heydari ha 38 anni e da almeno un ventennio collabora con una serie di giornali iraniani di orientamento riformista. E’ già stato arrestato due volte per il suo lavoro (nel 2009, nel pieno delle proteste per la rielezione del presidente Mahmoud Ahmadinejad, per “attentato alla sicurezza nazionale”, e nel 2010 per “propaganda contro lo Stato”), e anche il suo giornale attuale, lo Shahrvand Daily, ha avuto nel recente passato le sue belle grane per alcune vignette satiriche, ancora su Ahmadinejad.

Heydari al terzo arresto

Questo per fare un po’ di storia. Ma ciò che colpisce, e spaventa, è la ragione per cui è toccato a Heydari questo terzo arresto: una vignetta, assai bella e assai seria, di partecipazione al lutto della Francia. Quella che correda questo pezzo.

Qualcuno potrà anche pensare e dire che l’impegno dell’Iran contro l’Isis è già importante e concreto laddove costa di più, sul terreno. E noi sappiamo che, senza i curdi e le milizie sciite organizzate proprio da Teheran, oggi l’Isis sarebbe forse a Baghdad. C’è però una differenza enorme tra schierarsi contro il jihadismo nemico e schierarsi contro il jihadismo e basta. La stessa differenza che passa tra l’essere dalla parte giusta per caso o per calcolo o provvisoriamente, ed essere dalla parte giusta davvero e per convinzione. Con provvedimenti come l’arresto di Heydari per queste ragioni, l’Iran (o quella parte delle sue autorità che crede in azioni come questa) manda al mondo il messaggio peggiore.

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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