TERRORISTI IN BUSINESS CLASS

terroristiUn barcone di migranti nel Mediterraneo.

Prepariamoci, i tamburi stanno già rullando. Perché i barconi dei migranti, nel caso non l’aveste notato, sono più multitasking di un computer di ultima generazione. Portano i migranti, e si sa. Ma portano anche il virus di Ebola. Portano l’invasione islamica dell’Europa. Be’, certo, Ebola non è arrivata e l’invasione islamica nemmeno, visto che la popolazione islamica dell’Europa (che ha 500 milioni di abitanti) aumenta dell’1% ogni 10 anni (ovvero, 1 milione di persone ogni 10 anni) mentre la popolazione totale europea cresce dello stesso 1% ma in 5 anni, cioè in metà del tempo. Ma che volete che sia la realtà, rispetto a un bel comizio. Adesso i barconi dei migranti portano anche i terroristi.

E’ quanto molti sostengono dopo l’arresto di Abdelmajid Touil, 22 anni, marocchino, sospettato di essere uno dei terroristi della strage del Bardo, a Tunisi, e arrestato alle porte di Milano in base a un mandato di cattura internazionale. Ci sono ancora molti punti da chiarire: molti testimoni sostengono che Abdelmajid sarebbe stato in Italia il giorno dell’attentato al museo. Ma non importa: lui è arrivato su un barcone (mentre la famiglia già viveva qui), quindi i terroristi arrivano sui barconi.

Terroristi in affari

Questo è il mantra di certa politica. Per carità, tutto è possibile. Chi avrebbe immaginato, un po’ di anni fa, che un gruppo di terroristi avrebbe lanciato degli aerei contro i grattacieli di New York? Ed è ben noto il coinvolgimento delle organizzazioni terroristiche islamiche, accanto ai gruppi puramente criminali, nel controllo delle rotte dei migranti e nell’organizzazione del traffico. Ne parla con grande dovizia di fatti e di dati anche un rapporto del centro studi Global Initiative against Transnational Crime intitolato ” Libya criminal Economies and terrorist financing in the Trans-Sahara”), che ben racconta le centinaia di milioni di euro ottenuti dall’Isis con questo sporco affare.

Però l’Isis opera da anni e non ha smesso di espandersi: dalla Siria all’Iraq alla Libia, con propaggini e alleanze che si estendono fino in Somalia e in Nigeria. E’ una potente armata di terroristi ma anche una potenza miitare (cioè capace di controllare un territorio ormai pari a quello di una grande Stato) ed economica: fa i soldi, tanti, con l’industria dei rapimenti,  il petrolio, il traffico di armi e di droga, il traffico di migranti… Insomma, l’Isis fattura ormai come uno Stato.

La domanda quindi è: perché, se non per ragioni di mera propaganda, vogliamo credere che i terroristi viaggino sui barconi? Perché non dovrebbero invece viaggiare in business class? Ci sono migliaia e migliaia di militanti dell’Isis che hanno regolari passaporti di Paesi del Medio Oriente. E altre centinaia, a dir poco, che sono andati in Medio Oriente, a combattere per l’Isis, partendo da Paesi europei in cui, se non sono ricercati per specifici reati o noti come terroristi, possono tornare quando e come vogliono.

Perchè dovrebbero arrangiarsi coi barconi? Perché non prendere un bell’aereo o una nave, arrivare in Italia o altrove con un visto turistico (se sono europei di passaporto, senza alcun bisogno di visto) e poi sparire per complottare in santa pace con altri terroristi come loro? Dopo tutto, questa trafila è proprio quella che ogni giorno permette a migliaia e migliaia di migranti (ucraini, moldavi, romeni e naturalmente anche africani) di arrivare in Italia per poi finire nelle nostre case a fare la badante , o il muratore nei cantieri. Anzi: è ciò che succede alla maggioranza dei migranti. Secondo uno studio del Cnel, il 73% dei clandestini in Italia ci arriva così, mica sui barconi accanto ai presunti terroristi. Ma, di nuovo. Che volete che sia la realtà, di fronte a un bel comizio?

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Fulvio Scaglione

Mi chiamo Fulvio Scaglione, sono nato nel 1957, sono giornalista professionista dal 1983. Dal 2000 al 2016 sono stato vice-direttore del settimanale "Famiglia Cristiana", di cui nel 2010 ho anche varato l'edizione on-line. Sono stato corrispondente da Mosca, ho seguito la transizione della Russia e delle ex repubbliche sovietiche, poi l'Afghanistan, l'Iraq e i temi del Medio Oriente. Ho pubblicato i seguenti libri: "Bye Bye Baghdad" (Fratelli Frilli Editori, 2003) e "La Russia è tornata" (Boroli Editore, 2005), "I cristiani e il Medio Oriente" (Edizioni San Paolo, 2008), "Il patto con il diavolo" (Rizzoli 2017).

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